Centro: prove tecniche di terzo polo in vista delle regionali - Live Sicilia

Centro: prove tecniche di terzo polo in vista delle regionali

Ecco che cosa bolle in pentola.

PALERMO – Il quadro politico siciliano ribolle. E il centro non fa eccezione. In attesa di capire che cosa ne sarà del centrodestra e delle presidenziali del fronte progressista si lavora di buona lena. A Roma come a Palermo. Il primo giro di valzer dopo le parole di Musumeci (e due giorni prima della direzione regionale del Pd che dirà l’ultima parola sul candidato alle presidenziali) tocca a Italia Viva.

“Per le elezioni regionali Italia Viva Sicilia lavorerà per costruire un polo riformista e moderato, che si ispiri al modello Draghi per governare la Sicilia in un periodo socialmente ed economicamente davvero drammatico. Nessuna scorciatoia populista o sovranista potrà rilanciare la nostra Regione. I coordinatori provinciali, i sindaci e i parlamentari di Italia Viva hanno dato mandato al presidente del gruppo al Senato, Davide Faraone, per avviare le necessarie interlocuzioni con le forze politiche che guardano al centro per costruire un ambizioso progetto unitario da sottoporre ai siciliani”, si legge in una nota scritta a seguito dell’incontro che si è svolto ieri ad Enna e che ha visto la partecipazione dei parlamentari e dei coordinatori provinciali dell’Isola. I renziani non lesinano critiche al fronte progressista. “In merito all’appello rivolto ad Italia Viva dalle forze progressiste, in vista delle primarie, che si terranno il 23 luglio, è stata unanime la valutazione su un metodo che presenta grossissime lacune. In particolare alcuni dirigenti hanno evidenziato come “si riuniscono, decidono e poi ci chiedono di partecipare”, e poi ancora: “Da un lato ci dispiace perché la lezione delle amministrative non è stata capita, dall’altro lato abbiamo poco da ridire visto che non abbiamo nessun vincolo con loro e loro non ne hanno con noi. Valuteremo la situazione passo passo, va comunque riconosciuto che l’appello alla partecipazione al prodotto preconfezionato delle primarie, rispetto ai veti rappresenta un timidissimo passo avanti”.

Un tentativo probabilmente di fare breccia tra le anime del Pd meno entusiaste del percorso delle presidenziali, insomma un modo per farle uscire allo scoperto. Di polo moderato parlano anche i mastelliani isolani per bocca del coordinatore regionale Giovanni Di Trapani. “L’ormai evidente crisi del bipolarismo, con centrodestra e centrosinistra che da coalizioni son divenuti dei cartelli elettorali si è palesata anche alle recenti elezioni amministrative dove ,per limitarci a Palermo e al centrodestra, dette criticità sono emerse già nella fase gestazionale della candidatura del sindaco, e subito dopo l’elezione dello stesso”, spiega. “Il risultato consegnatoci dalle urne ha visto, inoltre, la somma numerica delle percentuali raggiunte dai partiti centristi perfettamente in linea con quella prefigurata dal sondaggista Noto nell’ipotesi di un’ elezione nazionale: un soggetto centrista per lo stesso si attesterebbe, difatti, in Italia intorno al 15 per cento”, dice sulla scia delle valutazioni più volte espresse dal leader centrista Clemente Mastella.

E lancia l’idea di una federazione. “La ricetta vincente per l’autorevole rappresentante della società di sondaggi e  ricerche, sarebbe quella di mixare la predisposizione che le giovani generazioni -quelle che oggi spesso non vanno a votare-hanno per un soggetto politico di centro(che mai hanno conosciuto e votato)con il sentiment  dei cosiddetti “nostalgici” che individuerebbero ,per il sondaggista ,in un partito di moderati quel partito cui anticamente facevano riferimento. Resterebbe il problema della legge elettorale, con l’attuale che, a mio avviso, sarebbe di ostacolo all’affermazione del centro ,se non nella forma della federazione tra più partiti che allo stesso ambiscono e che nei valori dello stesso si riconoscono. Resterebbe, ancora, il problema della leadership ,che ,per l’appunto, con la federazione sarebbe superato da una leadership “condivisa” o “diffusa”; nel senso che ciascuno dei leader  continuerebbe a guidare il proprio partito o movimento. Una sorta di nuova Margherita ,o meglio una Margherita 4.0 come la immagina Mastella. Iniziamo a ragionare, questa la mia proposta, su una federazione dei partiti centristi in Sicilia,i tempi credo siano maturi per farlo, per mettere a sistema un’area, quella dei moderati, sicuramente presente nella nostra società ed intesa ancora come valida dal nostro elettorato, soprattutto al Sud”, argomenta. Un’idea che pare piacere a Matteo Renzi. Diverso il caso di Carlo Calenda. Fonti romane raccontano di una progressiva apertura al Pd di Enrico Letta, tuttavia il percorso siciliano delle presidenziali rimane un ostacolo per gli azionisti salvo sorprese dell’ultima ora.  A questo si somma qualche indiscrezione rilanciata dall’Ansa. Azione e +Europa starebbero valutando l’ipotesi di correre da soli alle regionali in Sicilia. Nella rosa dei nomi, secondo quanto risulta all’Ansa, c’è anche il magistrato Massimo Russo, che fece parte del governo di Raffaele Lombardo, con delega alla Sanità. Russo avrebbe già incontrato Carlo Calenda. Una mossa che tatticamente, alla luce dell’invito del campo progressista a fare fronte unico, qualcuno legge come un tentativo di accelerare l’operazione prima che i giochi siano definitivamente fatti. 

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