CATANIA – Una volta caratteristica e motore economico della città, di quella famosa “movida” catanese oggi rimane ben poco. Della stagione che ha animato il centro storico, dei caffè concerto e dei locali stracolmi di gente nel quadrilatero compreso tra via Etnea, via Vittorio Emanuele, infatti, oggi rimane davvero poco: solo una quantità enorme di problemi da gestire, ordinanze su ordinanze, palazzi disabitati e tanto degrado. A lanciare l’allarme sono gli stessi esercenti che hanno aderito alla Fipet – Cidec, l’associazione che raggruppa proprio chi possiede un’attività in centro storico, che lamentano l’assenza di progettualità per risollevare le sorti della Movida e che hanno deciso di lanciare un appello a colui che sarà il futuro sindaco.
“La prima cosa che chiediamo al prossomo sindaco – afferma a LivesiciliaCatania Roberto Tudisco, presidente dell’associazione che conta ben 200 operatori e gestori di pub, bar e ristoranti nel centro storico – è di non peggiorare gli effetti della crisi in atto”. Secondo Tudisco, infatti, le ultime amministrazioni, quella Stancanelli in particolare, avrebbero contribuito enormemente ad aggravare una situazione in altri posti tamponata. “Ci sono centri storici in Italia che non hanno subito alcun effetto della crisi perchè l’offerta si mantiene elevata a livello qualitativo sotto tutti i punti di vista – continua Tudisco. Qui a Catania, invece, non è contento nessuno; si pecca su tutto: offerta turistica, programmazione, ordine pubblico e regole condivise”.
Strade congestionate nelle ore notturne del week end, ogni angolo e ogni strada adibita a parcheggio, con conseguente proliferare dei parcheggiatori abusivi, concentrati a decine in poche centinaia di metri quadrati. E poi gli schiamazzi, i danneggiamenti frequenti, lo spaccio di stupefacenti e le immancabili risse delle prime ore della mattina. Questi le caratteristiche della “nuova movida”, secondo il presidente Fipet – Cidec, che avrebero contribuito al calo della clientela ma anche della sua composizione, innescando una spirale di declino, civile ed economico.
Nel giro di pochi anni, sono molte le attività che hanno chiuso, con conseguente perdita di occupazione. “Solo negli ultimi 3 anni – continua Tudisco – ha chiuso i battenti il 30 per cento delle attività, alcuni si sono trasformati in compro oro, e si è perso più del 50 per cento dei posti di lavoro perchè non c’è stata alcuna politica per lo sviluppo”. Un declino apparentemente inarrestabile cui avrebbero contribuito l’assenza di parcheggi, i controlli limitati e poco incisivi e gli alcolici venduti a prezzi troppo bassi. “Abbiamo chiesto sempre parcheggi – prosegue – e non opere faraoniche da milioni di euro, ma semplicemente di prevedere le strisce blu notturne in tre piazze della città: piazza Carlo Alberto, piazza Borsellino e piazza Manganelli. Oggi si posteggia ovunque, la città è dei posteggiatori abusivi e tutto questo, ovviamente, scoraggia la clientela che non viene più in centro storico”.
Questo, per Tudisco, il principale nodo da sciogliere per il nuovo sindaco, insieme alla delinquenza, altra grande problematica rappresentata dalla Fipet – Cidec. “I controlli ci sono, devo ammetterlo, ma prevalentemente verso gli esercenti – afferma ancora Tudisco – ma non sul territorio, dove continuano gli episodi di delinquenza e bullismo, nonostante le nostre continue segnalazioni. Abbiamo chiesto di perseguire la svendita degli alcolici, che peggiora una situzione e d una cattiva immagine della zona. Ci viene detto che non si può fare nulla, ma non si può continuare così e chiediamo al nuovo sindaco di agire in questo senso”. Ma, ad aver dato il colpo di grazia alla vita notturna del centro storico, quella degli anni Novanta, quella nota in tutta Italia, sarebbe l’assenza di musica. “I concerti e i concertini che animavano le strade, che poi è quello che la gente vuole – evidenzia – non si possono più organizzare, e le vie del centro sembrano quasi tutte uguali. Lagente vuole ascoltare un po’ di musica e basterebbe utilizzare i fonometri per garantire che siano rispettati i limiti di legge per i decibel”.
L’errore pi grosso dell’amministrazione uscente, secondo Tudisco, che avrebbe portato alla paralisi, sarebbe stato l’aver cambiato continuamente assessori al ramo, interrompendo così ogni percorso avviato, ma anche le troppe ordinanze “vessatorie” e i limiti imposti agli esercenti, negli orari e nel suolo pubblico a disposizione, “Quando i paninari in ogni zona della città, sono aperti, con tanto di tavolini e sedie, fino alla mattina”. Vuole sfatare il mito della lotta intestina tra esercenti e residenti, il presidente Fipet, e si appella alle regole, chiare e condivise, le uniche a poter garantire i rilancio e lo sviluppo di qualsiasi attività. “Occorre mettere ordine – conclude Tudisco –e utilizzare come parametro la qualità e non la quantità”.
Tentativo che l’amministrazione avrebbe già da tempo avviato, secondo l’assessore al decoro urbano e al centro storico, Santi Rando, che assicura in ogni caso che, con l’avvio della stagione estiva, ci sarà un aumento dei controlli, di concerto con la Prefettura, per stabilire una strategia, gestire e intervenire su ogni aspetto negativo.