PALERMO – Claudio Fava apre a Italia Viva e attacca Musumeci sulla manovra: “Non parteciperò al voto”. L’iter discutibile lascia l’amaro in bocca al leader dei Cento Passi che in occasione di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni fa il punto sullo stato dell’arte del governo.
La bordata sulla manovra
“Non partecipo al voto della finanziaria: una manovra che non passa dalle commissioni di merito ed è stata appena spolverata dalla Bilancio. L’idea che si possa fare a meno della discussione di prospettiva è un avvilimento politico e una umiliazione del Parlamento. E’ insopportabile che si arrivi all’ultimo giorno utile per l’approvazione, che in nome dell’urgenza venga bypassata l’Ars e vengano messe da parte le funzioni proprie dell’Assemblea”, ruggisce Fava. “Senza entrare nel merito della finanziaria, ritengo di dare un segnale al presidente Musumeci: non ci sarà il mio nome, non farò il notaio”, afferma e si prende (per un momento) la scena nel giorno che vede il segretario del Pd nazionale Enrico Letta in Sicilia.
Il sodalizio con Dell’Utri nel mirino di Fava
Poi bacchetta Musumeci per la corrispondenza di amorosi sensi con l’azzurro Marcello Dell’Utri. “Considero inaccettabile che il presidente della Regione, Nello Musumeci, vada a chiedere consigli, offrire omaggi e chiedere benedizioni elettorali a un condannato in via definitiva per mafia. Non fa scandalo che Marcello Dell’Utri riceva all’hotel delle Palme a Palermo i suoi amici, mi fa scandalo che ci vada Musumeci per chiedere protezione politica”, dice riferendosi alla notizia riportata da Repubblica.
Sbagliato escludere Italia Viva e chi non è stato con Musumeci
E insiste. “E’ un corto circuito morale insostenibile, soprattutto da parte di un dirigente politico che ha fatto della lotta alla mafia una delle proprie bandiere – ha aggiunto Fava – Il concorso per associazione mafiosa segna i comportamenti di chi si è reso colpevole e per questo è stato giudicato. Tutto questo è incompatibile con chi deve rappresentare in modo trasparente e più alto l’irriducibile diversità delle istituzioni in Sicilia con tutto ciò che evoca le vicende di Cosa Nostra”. Poi un inevitabile passaggio sul perimetro della coalizione progressista alle prossime regionali e un’apertura (forse per qualcuno inaspettata) ai renziani. Il limite rimane l’opposizione al governo Musumeci. “Per me l’unica discriminante di buon senso politico è il governo Musumeci, chi lo ha appoggiato e chi si è battuto contro Non vedo per quale ragione si debba escludere Italia Viva o altri”, spiega. E sul metodo per scegliere il candidato conferma che in pole position c’è il sistema misto gazebo-voto online.