Chi è Mattarella - Live Sicilia

Chi è Mattarella

Eccolo uno dei siciliani in corsa per la successione a Napolitano anche se ai suoi amici replica che “si tratta solo di fantasia”.

Nella rosa dei candidati al Quirinale, mentre si discute di Italicum, spicca l’uomo politico che tanti ricordano per il cosiddetto Mattarellum, la legge elettorale legata al nome di Sergio Mattarella. Ma per i siciliani il nome del professore di diritto parlamentare, dal 2011 giudice costituzionale, resta legato a quello del fratello Piersanti, il presidente della Regione che voleva “una Sicilia con le carte in regola”, ucciso nell’epifania del 1980. Feroce delitto eccellente maturato in un contesto dove campeggiavano l’ombra di “don” Vito Ciancimino, i sospetti sugli esattori Salvo, il dubbio di due incontri dei boss con Giulio Andreotti al quale prima sarebbe stato annunciato il crimine, intimandogli dopo di tacere.

Tutti temi di processi privi di risposte e verdetti definitivi, come conferma l’amarezza di Sergio Mattarella che però non ha mai elevato i toni della polemica, offrendo di sé l’immagine di uomo riflessivo, riservato, pacato, prudente, schivo, talvolta quasi algido. Ma capace di sferzate taglienti come accadde quando definì “un incubo razionale” il temuto ingresso di Forza Italia nel Partito popolare europeo. Eccolo uno dei siciliani in corsa per la successione a Napolitano anche se ai suoi amici replica che “si tratta solo di fantasia”. Eppure “le carte in regola” il professore più volte ministro sembra averle tutte. Non solo per l’ultimo prestigioso approdo alla Corte costituzionale, ma anche per un impegno scientifico alternato a quello politico avendo traghettato i resti della Democrazia cristiana verso il Partito popolare, poi parte integrante del gruppo che scrisse il manifesto costitutivo del Partito democratico, con Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Michele Salvati, Pietro Scoppola, Roberto Gualtieri.

Tappe fondamentali nella svolta del professore cresciuto in una Palermo odiata e amata, nella Palermo democristiana che fece da sfondo al delitto del fratello, la stessa che aveva osannato e ossequiato il padre, Bernardo Mattarella, anche lui più volte ministro, “mascariato” però al processo per il massacro di Portella della Ginestra, addirittura accusato da Gaspare Pisciotta di essere implicato nella strage. Vicende controverse di una famiglia segnata dal sacrificio di Piersanti Mattarella, deciso ad opporsi a chi come Ciancimino o i Salvo inquinavano la vita politica, cercando un riscatto morale per la storia più discussa della Dc, compresa forse quella del padre, protagonista di una stagione in bianco e nero.

Dubbi sempre spazzati via dal costituzionalista che, pacato e placido come non era il fratello, non riuscì dopo la tragedia a tenere saldo il fronte dei giovani raccolti attorno al presidente di quel rinnovamento soffocato con le pallottole. Giovani come Luigi Cocilovo e Sergio D’Antoni, Vito Riggio e Leoluca Orlando. I cavalieri del rinnovamento, allora. Anche loro poi protagonisti di storie tutte parallele, con scarsi punti d’incrocio, perché invecchiando si parlano sempre meno. Estranei al più schivo dei candidati al Quirinale che dal fratello non ereditò la capacità di tenere compatti quei numero uno dell’intellighenzia politico-sindacale. Storia forse ignota a chi non ha i capelli grigi, forse archiviata anche dai grandi elettori che s’interrogano sul famoso professore del Mattarellum, legge elettorale biasimata ma rimpianta perché soppiantata dal famigerato Porcellum.

Una rivincita del professore-candidato. Adesso candidato (suo malgrado?) dal Palazzo più vicino al Quirinale, potrebbe ricordare qualcuno, visto che la Consulta, due anni fa, nel match fra Napolitano e i procuratori della “trattativa”, diede torto a questi ultimi.


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