"Chiedeva favori anche la Chiesa| L'Mpa arriverà al 20 per cento" - Live Sicilia

“Chiedeva favori anche la Chiesa| L’Mpa arriverà al 20 per cento”

Intervistato dal quotidiano "La Stampa", l'ex presidente della Regione parla a tutto campo della sua esperienza di governo e del futuro dell'Mpa. E rivela: "Tutti chiedevano favori e facevano segnalazioni".

RAFFAELE LOMBARDO
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“Basta con la politica” ma “certo darò un contributo agli amici che me lo chiederanno, andrò un po’ in giro. Anche se mi e ci descrivono come brutti, sporchi e cattivi, il movimento politico che ho fondato non scomparirà, anzi sono sicuro che avrà un ottimo risultato. Prevedo un 20% e non si chiamerà più Mpa, ma il partito dei siciliani”.

E’ quanto afferma, intervistato dalla Stampa, l’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Sulle assunzioni in Regione, Lombardo spiega: “Smettiamola con questo tormentone. Durante la mia presidenza non c’é stata una sola assunzione ingiustificata. Tutte le persone nominate negli enti ospedalieri e per le cariche dirigenziali delle Asl andavano nominate perché bisognava riempire caselle lasciate vuote in seguito a dimissioni o a pensionamenti”.

“Ancora con questa storia del clientelismo… – prosegue – Non facciamo gli ingenui o gli ipocriti. Tutti facevano segnalazioni, e quando dico tutti dico proprio tutti, deputati, senatori di tutti i partiti, nessuno escluso. Le dico di più: le segnalazioni sono arrivate anche da fuori il mondo politico, dal mondo degli imprenditori, delle forze dell’ordine, della chiesa, ma non ci trovo nulla di scandaloso se viene segnalato un bravo professionista. Qui adesso mi vogliono far passare per il diavolo mentre gli altri sono tutti delle verginelle”.

“Io – spiega ancora sul buco in Regione – mi sono trovato tutti questi dipendenti regionali, che dovevo fare? Ammazzarli, buttare per strada migliaia di padri di famiglia, gettando un cerino in una polveriera sociale? C’é tanta disinformazione, un’aggressione criminale nei miei confronti per uccidermi politicamente”. Lombardo attacca poi Casini accusandolo di “non vedere l’ora di mettere le mani sul malloppo di Cuffaro, lui e i suoi alleati vogliono scambiare la Sicilia con i petrolieri e i grandi imprenditori”. Infine, l’ex governatore confida che la più grande amarezza è stata “l’accusa di collusioni mafiose: non sono stato nemmeno ascoltato dai magistrati”.


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