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Chiedilo a Google

Dal senso della vita alla ricetta della besciamella, dall’eutanasia ai nomi delle borse Vuitton per annata, dall’ebola a Grillo, un algoritmo dei motori di ricerca rivela le domande più frequenti degli italiani, i desideri legittimi e quelli inconfessabili. E ci mostra chi siamo.

Lo studio Samsung Technomic Index, incentrato sul rapporto tra le relazioni personali e gli strumenti tecnologici, condotto in cinque paesi europei, ha rivelato che gli italiani usano la tecnologia anche per chiamare la mamma o per mollare il fidanzato. Siamo il popolo che acquista più strumentazioni (la nostra spesa media è di 559 euro, rispetto ai 360 degli spagnoli e ai 323 dei tedeschi), e anche quello che le usa di più per tenersi in contatto con la famiglia. Mammoni per definizione, gli italiani (ben il 38%) usano i cellulari per sentire i genitori più di una volta al giorno, molto di più che in Gran Bretagna (18%), in Germania (13%) o in Francia (11%).

Secondo il report, il 75% degli innamorati sceglie la tecnologia per chiedere ad un potenziale partner il primo appuntamento, e, rovescio della medaglia, il 41% delle coppie la usa per lasciarsi. Un buon 80% degli italiani (contro il 64% della media europea) pensa che strumenti come smartphone e social network aiutino a rafforzare i legami con i parenti e addirittura il 61% dichiara di aver recuperato il rapporto con genitori, fratelli e figli grazie all’uso dei dispositivi mobili. Sembra che in generale, internet abbia migliorato la vita.

Abbiamo quindi accolto con interesse la nascita di Google Instant, la nuova funzione di ricerca che mostra i risultati già mentre digiti. Considerato che, di norma, fra una battuta e l’altra sulla tastiera passano 300 millisecondi, ma ce ne vogliono solo trenta per spostare lo sguardo su un’altra sezione, la funzione consente di scorrere subito una intera pagina di risultati ancora mentre si sta digitando. Le frasi di ricerca più diffuse, se analizzate, rivelano le incredibili domande che poniamo al sistema operativo, anche quelle più recondite, che un tempo ponevamo a noi stessi relegandole nella soffitta dell’anima, e oggi facciamo a mamma Google.

Dal senso della vita alla ricetta della besciamella, dall’eutanasia ai nomi delle borse Vuitton per annata, dall’ebola a Grillo, un algoritmo dei motori di ricerca rivela le domande più frequenti degli italiani, i desideri legittimi e quelli inconfessabili. E ci mostra chi siamo. Anche scolasticamente parlando: molti sono i dubbi rispetto a come si scriva qualcosa, perché la conoscenza della lingua italiana è ormai appannaggio di pochi eletti. Basta digitare una magica frasetta, e subito si viene edotti del fatto che frequentissimi interrogativi riguardano l’uso dell’apostrofo e delle doppie, seguito da una serie di ‘come si scrive’: come si scrive la data in inglese, o come si scrive qual è, o, ancora, come si scrive un libro, un curriculum, una sceneggiatura, o una tesi di laurea. Molto cliccati, al fine di conoscerne il significato, i neologismi o le sigle; insomma, dal minimo indispensabile ai massimi sistemi.

E se Google Instant regala notizie sulle curiosità degli utenti, siamo proprio noi che, affacciandoci alla homepage di Google e digitando una qualsiasi parola, abbiamo inconsapevolmente attivato la statistica. Il motore di ricerca ci ricambia fornendoci i dati che fotografano la realtà: i ‘Google trends’, relativi alle ricerche degli internauti, che fotografano vari aspetti dell’esistenza e rivelano, per dirla con i tedeschi, lo Zeitgeist, ovvero lo ‘spirito del tempo’ nel quale ci troviamo a vivere.

Nel corso del 2014 gli italiani, per la serie ‘cosa significa?’ hanno cercato di scoprire il significato di nuove parole di uso corrente e modaiolo. Al primo posto ‘selfie’, seguita da una serie di acronimi, come p.v., Nfc, Umts e da ‘giargiana’ (e qui confesso di aver dovuto cercare l’insolito termine: il giargiana è ‘chi non è di Milano’. Può essere del sud, del nord, della provincia, ma ‘l’è mia un Milanes!’. Il lemma è usato con evidente intento di dispregio, in particolar modo, pare, contro i veneti. Finalmente i milanesi si sono stancati di dare dei terroni ai siciliani!).

Nella classifica stilata da Google seguono poi i ‘perché’ emergenti, dal sinistro ‘perché vengono le blatte?’ al non meno cupo ‘perché vengono i pidocchi’. L’igiene ci preoccupa, a quanto pare. E la vita anche: non mancano le domande ‘perché piango sempre’ e ‘perché si soffre’.

A proposito di epidemie, infestati come siamo da ricette-biz e show di cucina, ecco l’elenco delle ricette più richieste: dalle ruspanti chiacchiere, piadine, e castagnole si va alle anglofile brownies e rainbow cake. Mete di vacanza emergenti (che mai avresti detto): Gozo, Sochi (ammetto una ulteriore ricerca: è una città della Russia meridionale, situata nel territorio di Krasnodar sulle rive del mar Nero); Pesaro (?!?!); Pozzallo (?!?!?!?!); Pag (altra ricerca: isola della Croazia, situata in Dalmazia settentrionale); Tropea (finalmente un classico!).

Le tendenze riguardano poi le vite di personaggi famosi. Completamente assenti nomi della cultura o dell’economia, tra i primi dieci troviamo rappresentanti del mondo dello spettacolo e dello sport, come Jennifer Lawrence, Kim Kardashian, Robin Williams (ricercatissimo a livello mondiale a causa del suicidio), James Rodriguez e Michael Schumacher.

Nella categoria dei prodotti tecnologici, i primi della lista sono iPhone 6, Samsung Galaxy S5, Nexus 6, Moto G e smartphone. In tempo di crisi non mancano due ‘come’ importanti digitati dagli utenti internet: come risparmiare (nell’ordine, su stampanti, batteria dell’iPhone, bolletta, spese per il matrimonio e carburante, ma si chiede anche come tagliare i costi del riscaldamento, della spesa o per i rifiuti), e come pagare. Anzitutto come pagare Equitalia, oppure come pagare ‘in solido’, ma anche come pagare Whatsapp, ormai installata in quasi tutti gli smartphone degli italiani. E, con le scadenze fiscali, c’è chi ha provato ad orientarsi nel labirinto delle tasse locali. Migliaia di delibere comunali provano a confonderci? Ecco che si cerca sul web come e quando pagare Imu, Tares e Tasi!

Nel nostro immaginario, Google è ormai l’affettuoso connubio tra la mamma e la Signora Maestra, l’indimenticabile insegnante che nella scuola elementare aveva una risposta a ogni quesito. E, difatti, lo interroghiamo ponendogli domande con tanto di punto interrogativo finale, come fosse un vecchio amico. Il Grande Fratello digitale può rivelare davvero molto più che raffinate indagini sociologiche. Dal canto nostro, lo usiamo come ci piace: da manuale di istruzioni a libro di cucina, da suggeritore per l’acchiappo (molte le richieste su ‘come si bacia?’) a dietologo di fiducia, da critico cinematografico a consigliere di ristoranti. I grandi assenti dalle classifiche delle domande sembrano i soggetti religiosi (un vuoto di spiritualità?) e, come contraltare, la parola sesso. E non perché non interessi gli italiani, sia chiaro. Ma, piuttosto che sapere scientificamente di che si tratti, si preferisce dare una sbirciatina dal buco della serratura: pare che l’Italia sia al quarto posto nel mondo in quanto a frequentatori di alcuni siti porno, e proliferano le chat a scopo di incontro.

Forse scrutiamo una rete fredda e impersonale in cerca di calore e di interesse ai nostri problemi; speriamo di trovare non tanto risposte quanto attenzione; non tanto indicazioni quanto assoluzioni, sperduti ormai, senza guide né confessori. Smarrito il senso della contemplazione della bellezza del creato, imploriamo che uno sguardo, sia pur finto, si rivolga al nostro contingente, al nostro bisogno di aiuto, adornato di sapienza che è pura statistica (e non poesia, né arte, né storia né, in una parola, cultura, se solo ciò che è umano può crearla e arricchirla nei secoli) il vitello di latta. Inquinatori inquinati, abbiamo perso la visione del cielo di un pianeta che non è più la nostra Terra.

Sul filo del rasoio, in attesa che la ripetizione della storia trasformi il dramma in farsa, dimentichiamo di digitare qualcosa. Bulimici tecnologici, temiamo che ‘cosa ci faccio io qui?’ sia una domanda senza risposta.

 


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