Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.


Gli Usa hanno gestito disastrosamente l’emergenza covid 19, sottovalutando clamorosamente come documenta Sergio intervistato da Live Sicilia. Fino a fine marzo i tamponi costavano 3mila e 500 dollari, ecco perchè c’erano pochi casi, perchè nessuno poteva permettersi i tamponi! Ora i casi sono arrivati a 400 mila negli Usa, 4 volte di più che in Cina! E gli Usa nella bufera internazionale e interna, criticati sia dall’estero sia dall’interno, per parare le accuse criticano la cina parlando di ritardi inesistenti. semmai i ritardi sono degli Usa, che dopo 3 mesi dallo scoppio dell’epidemia ancora minimizzavano, salvo ora rendersi conto del disastro totale.
La Cina ha già Bloccato l’Epidemia da almeno 20 giorni e stanno tornando al lavoro, vediamo adesso quanto tempo impiegheranno loro.
Gli Usa sono una potenza economica, devono salvaguardala. La logica Italiana oltre in parte Europea è un’altra.
A me i numeri di Cina, Russia, Corea del nord, Turchia e di altre nazioni guidate da uomini sovranisti non convincono. Ci sono nazioni grandi che confinano con la Cina tipo Tagikistan e Turkmenistan o come lo Yemen che dicono che non hanno nessun contagiato. Se sovranismo significa pensare solo ai soldi preferisco che a guidarci sia gente che abbia un minimo di sentimento. Per andare troppo dietro al denaro noi abbiamo chiuso la Lombardia con qualche giorno di ritardo. Giorni che son diventati settimane o quasi un mese in Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, stati uniti e tantissime altre nazioni. E ogni giorno di ritardo aumenta la percentuale di contagiati. Negli states si è osannato trump che nel giro di pochi giorni è passato dal tutto aperto a sé avremo sotto i 100 mila morti avremo fatto un buon lavoro. Stessa cosa per Boris Johnson, dal tutto aperto purtroppo è finito ricoverato in terapia intensiva (sperando che guarisca presto).
Si siamo esagerati.