Ci vuole un Papa straniero - Live Sicilia

Ci vuole un Papa straniero

Alla Statua garrisce una bandiera. Attaccato al lampione, c’è un lembo bianco e giallo messo lì per la visita di Benedetto XVI. Nessuno l’ha tolto. Sarebbe bello se fosse una scelta. L’amministraziome comunale in ricordo pose. Non è così. L’hanno dimenticato. E’ che Palermo soffre di immobilità. Non va né avanti, né indietro. Non si muove. Immobili e inerti sono le persone alle fermate, con la canicola o con il temporale, col solleone o con lo tsunami. Aspettano l’autobus per ore. E non si muovono. Casomai, all’agognato arrivo, sollevano un flebile avambraccio per protesta contro l’autista. Nulla di più. Immobile è il traffico in via Sciuti alle nove del mattino. Un incasellamento atroce di lamiere e facce rassegnate. Qualche lieve colpo di clacson. Nulla di più. Nemmeno il clacson si suona come una volta. Immobile è la disperazione che non si sfoga, che non diventa rabbia. Rimescola se stessa.

Soltanto i poveri agiscono. Giuseppe Cioffi, alla stazione, ha perfezionato l’igloo di cartone in cui vive con moglie e figlia, dopo lo sfratto. La sopravvivenza aguzza l’ingegno. All’angolo tra via Terrasanta e via Notarbartolo c’è il tremito continuo di un ragazzo con evidenti disabilità e sofferenze. Chiede l’elemosina in un idioma dolce. gutturale e incomprensibile. Ci vorrebbe un mendicante per Palazzo delle Aquile, con la sua vitalità residua in una cinta muraria di trapassati. Un principe povero. Ma l’idea che stuzzica è un’altra, nella corrente declinazione del pensiero. Ci vuole un Papa straniero. Un Non: non politico, non onorevole, non amministratore.

Siccome si dubita sulla eventuale candidatura del Professor Ratzinger, sono i magistrati ad ingolosire. Antonio Ingroia, Piero Grasso, Giancarlo Caselli, accendono le fantasie dei benpensanti. I giudici, talvolta loro malgrado, sono chiamati a presiedere un regno di giusti. Vediamo che si levano applausi e non dubitiamo circa la caratura morale e professionale delle figure in ballo mediatico. Tuttavia, ci soccorre un detto della nonna: un bravo ciabattino potrebbe essere un idraulico scarso. Siamo vecchi appassionati della politica. Riteniamo che il compito del governo spetti proprio ai politici. Se il toast si brucia, non lo metti a cuocere in lavatrice. Compri un altro tostapane.

E’ c’è davvero un solo Papa straniero che saprebbe salvare la città. E’ il palermitano, purché diventi estraneo a se stesso. Purché si decida finalmente ad assumere i connotati di membro responsabile della comunità. Non c’è bisogno di chiamare al capezzale del malato un medico dall’accento ignoto. E’ necessario imparare una lingua diversa. Il Papa – quello vero – di recente ha detto: “La politica deve essere un impegno per la giustizia”. Va bene per il Parlamento tedesco. Andrebbe benissimo pure qui.


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