Ciancimino jr colpevole di riciclaggio|Pena ridotta in Cassazione - Live Sicilia

Ciancimino jr colpevole di riciclaggio|Pena ridotta in Cassazione

Due anni e otto mesi anche per Lapis
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La Cassazione conferma che Massimo Ciancimino, e non solo lui, ha riciclato il tesoro del padre. Ma tra annullamenti, prescrizioni e indulti nessuno sconterà mai un giorno di galera. Anzi, a volerla dire tutta, il figlio di don Vito Ciancimino vanta un credito con lo Stato. Ha trascorso undici mesi agli arresti domiciliari in fase di carcerazione preventiva. Oggi lo hanno condannato a due anni e otto mesi, meno dunque del tetto di tre anni per cui è previsto l’indulto. In appello per Ciancimino la pena era stata di tre anni e quattro mesi. Due anni e otto mesi ha avuto pure il tributarista Gianni Lapis a cui in appello erano stati inflitto cinque anni.

Tutto merito della prescrizione scattata per il reato di intestazione fittizia dei beni. Lo stesso capo di imputazione contestato alla moglie di don Vito, Epifania Scardino: gli è stata annullata senza rinvio la condanna a un anno. Non si conosce ancora la pena decisa dalla Cassazione per l’avvocato romano Giorgio Ghiron che partiva dai cinque e quattro mesi del giudizio d’appello. I supremi giudici hanno inoltre confermato la confisca di un patrimonio di sessanta milioni di euro. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesca Russo, Roberto D’Agostino ed Enzo Musco. Il processo ruotava attorno al tesoro accumulato dall’ex sindaco Vito Ciancimino, longa manus della mafia corleonese nella politica e artefice del cosiddetto sacco edilizio di Palermo. Tra i beni confiscati ci sono il ricavato della cessione di alcune società di distribuzione del gas che, secondo l’accusa, erano fittiziamente intestate a Lapis, ma che in realtà erano di proprietà dell’ex sindaco; una barca, una Ferrari, una casa a Roma e alcune società minori.

Lapis, secondo gli inquirenti intestatario fittizio di quote delle società del gruppo Gas, versò sul conto svizzero Mignon, messo a disposizione da Ghiron, il ricavato della vendita delle partecipazioni societarie: da qui, per il legale, l’accusa di riciclaggio in concorso con Ciancimino che avrebbe reinvestito il denaro ricavato dalla cessione.


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