Cimino: "Isolare Crocetta | vuol dire condannarlo a morte" - Live Sicilia

Cimino: “Isolare Crocetta | vuol dire condannarlo a morte”

Il deputato regionale Michele Cimino

Dopo l'intervista di Francesco Cascio a Live Sicilia, l'ex parlamentare di Grande Sud contrattacca: "Il presidente, con grande coraggio, sta cercando di colpire il malaffare e la corruzione. Un errore attaccarlo”. Briguglio: "L'ex presidente dell'Ars gestiva il Turismo in maniera clientelare".

Il deputato replica a Cascio
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PALERMO – Nella sua intervista rilasciata a Live Sicilia, certamente Francesco Cascio non ha fatto sconti. E non si sono fatte attendere le reazioni di alcuni dei politici citati dall’ex presidente dell’Ars. A cominciare da Michele Cimino, indicato da Cascio come uno dei deputati passato “alla corte di Crocetta”, dopo chissà quale promessa del governatore. “Il livore che traspare nell’intervista di Franceso Cascio nei confronti del presidente Crocetta – dice Cimino – mi spaventa, perché additare una persona e cercare di isolarlo in Sicilia significa quasi una condanna a morte e mi preoccupa perché il presidente, con grande coraggio, sta cercando di colpire il malaffare e la corruzione che si annida nella regione”.

Il leader di Voce Siciliana quindi accenna alla vicenda che lo ha portato fuori da Grande Sud, e alla separazione quasi ‘storica’ da Gianfranco Micciché.” Non voglio giustificarmi con chi non sa cosa significa ‘amare la propria terra’ – continua Cimino- nello spiegare le ragioni per cui ho lasciato Grande Sud. Tutti sanno che non ho accettato di essere alleato della Lega e del Pdl perché questi partiti hanno danneggiato gravemente la Sicilia. Non capisco come si possa affermare che il presidente Crocetta stia arruolando deputati per chi sa quali scambi. Purtroppo ognuno giudica per come agisce. Non è passato nella mente dell’esimio collega che l’avvicinamento di tutte le forze sane della Sicilia a Crocetta sta avvenendo perché la Sicilia ha finalmente un presidente che sta lavorando per i siciliani? Quale presidente della Regione, in passato, ha avuto il coraggio di mettere ordine negli assessorati della Formazione, della Sanità, dell’Ambiente dove sicuramente ci sono tante cose che non vanno perché hanno funzionato solo con metodi clientelari”.

Insomma, Cimino mette da parte la difesa “personale” e si schiera a fianco del presidente Crocetta, al quale si è avvicinato dopo lo strappo con Grande Sud: “In tre mesi Crocetta ha fatto molti provvedimenti a dir poco epocali (provvedimenti per l’acqua pubblica e per i rifiuti) che definirli ‘proclami’ è veramente falso e tendenzioso. Capisco la rabbia di Cascio in questo momento – prosegue il deputato – perché la paura di perdere l’elettorato è tanta, il popolo si sta rendendo conto che in Sicilia sta cambiando qualcosa anche perché è la prima volta che un presidente della Regione ha il coraggio di parlare chiaro. Voglio sottolineare quello che è sotto gli occhi di tutti, oggi c’è un uomo, Rosario Crocetta, presidente della Regione, scortato perché minacciato dalla mafia, che con coraggio sta dimostrando di amare la Sicilia più della sua vita ed è per questo che è dovere di tutti e in particolar dei politici affiancarlo e fargli da scudo per evitare il ripetersi degli errori del passato.

Vorrei concludere augurando all’onorevole Cascio di riflettere e di cercare di essere anche lui protagonista del cambiamento e al presidente Crocetta di continuare ad avere forza e coraggio perché la Sicilia da tempo aspettava un presidente così. Noi di Voce Siciliana, – conclude Cimino rivolgendosi al governatore – presidente, siamo orgogliosi di essere al suo fianco.”

E le parole di Cascio non sono andate giù nemmeno a Carmelo Briguglio, coordinatore di Fli in Sicilia. Ai “finiani” Cascio ha attribuito la gran parte delle responsabilità legate alla cattiva gestione, negli ultimi anni, dell’assessorato al Turismo: “Cascio – dice Briguglio – è ingeneroso e poco prudente nei sui giudizi sugli assessori regionali al Turismo di Fli. Mi aspettavo maggiore equilibrio. Certo i nostri assessori sono stati molto più efficienti e imparziali di lui che ha fatto di turismo e sport un feudo personale, clientelare ed elettorale, come è noto ed è facile documentare”.


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