Roccamena, orrore in una caverna| Un ossario con almeno sei corpi - Live Sicilia

Roccamena, orrore in una caverna| Un ossario con almeno sei corpi

Parla una fonte confidenziale nel Palermitano. I cadaveri potrebbero essere molti di più.

Ipotesi mafia
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PALERMO – Con il passare delle ore la scoperta di Roccamema diventa sempre più macabra. I resti dei corpi ritrovati apparterrebbero a sei persone, ma potrebbero essere molti di più.

La caverna in contrada Casalotto sarebbe un ossario. Probabilmente di vittime di mafia. Siamo in una zona impervia del paesino in provincia di Palermo. A scoprire i teschi, ossa e resti di indumenti sono stati i carabinieri del gruppo di Monreale. I pm Siro De Flammineis e Sergio Demontis, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, hanno chiesto l’intervento del soccorso alpino per riportare in superficie solo una parte delle ossa nascoste a metri di profondità.

È mistero sull’input che avrebbe condotto i militari sul posto. Si parla genericamente di una “fonte confidenziale”, qualcuno che almeno per il momento non può esserè definito un collaboratore di giustizia. Di certo è qualcuno che custodisce i segreti di contrada Casalotto. Non si finisce per caso in quel posto, bisogna conoscerlo. Nulla c’entrerebbero le nuove dichiarazioni del pentito di Carini Nino Pipitone.

Inevitabile ipotizzare che i cadaveri appartengano a persone scomparse con il metodo della lupara bianca. Solo gli esami scientifici, tra cui il prelievo del Dna, potranno consentire una datazione delle ossa e l’eventuale comparazione con i profili genetici degli scomparsi. Anche in questo caso, però, gli accertamenti dei carabinieri del Ris si preannunciano complicati. Sono tante, troppe, le persone che negli anni la mafia ha ucciso facendo perdere ogni traccia di esse. Sulla base di una prima valutazione si tratterebbe di persone scomparse tra trenta e venti anni fa. Sono gli abiti a farlo supporre. In zona nel 1981 è scomparso Giuseppe Branda, di Roccamena, mai più ritrovato. La sua morte presunta è stata dichiarata nel 1990. Branda, che lavorava alla costruzione della diga Garcia, era sospettato di far parte di una banda di ladri di bestiame. Venne fermato mentre era in auto con un altro operaio e sequestrato da un gruppo di persone vestite da carabinieri. Gli inquirenti cercheranno di capire se tra i corpi ritrovati ci sia anche il suo. E di chi altro? Forse pure dei morti ammazzati nella guerra di mafia degli anni Cinquanta quando i picciotti di Luciano Liggio dichiararono guerra a Michele Navarra. È davvero solo una vicenda di mafia?

Altri interrogativi: chi ha deciso di allertare i carabinieri del Gruppo di Monreale e perché proprio adesso? Forse i recenti blitz che hanno azzerato i clan di Corleone e dintorni potrebbero avere convinto la fonte confidenziale che era giunto il momento di parlare. Se davvero in fondo alla caverna ci fossero i resti di molti più cadaveri dei sei finora ipotizzati il mistero si infittirebbe.


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