Cinghiali, insorgono i sindaci | "Siamo inascoltati da anni" - Live Sicilia

Cinghiali, insorgono i sindaci | “Siamo inascoltati da anni”

I tentativi di indire campagne di abbattimento controllato sono quasi sempre caduti nel vuoto e i Comuni sono stati talvolta puniti, come nel caso di Petralia Sottana, costretto a pagare le spese di giudizio dopo il diniego da parte della magistratura o come il sindaco di Tusa, che ha rimediato una denuncia dalla Lav.

Dopo la tragedia
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PALERMO – Dopo la tragedia di Cefalù costata la vita a un anziano, aggredito da alcuni cinghiali nelle campagne nei pressi della cittadina normanna, adesso sono i sindaci a insorgere, per le loro denunce rimaste inascoltate negli anni e i tentativi di indire delle campagne di abbattimento controllato dei suidi, che si sono concretizzati in un solo caso.

Un’ordinanza del sindaco di Petralia Sottana, Santo Inguaggiato, è stata annullata dalla magistratura che ha anche condannato il Comune alle spese del giudizio. Il ricorso era stato presentato da un’associazione ambientalista. “In quella occasione – dice Inguaggiato – avevamo coinvolto la Forestale e il Parco delle Madonie. Eravamo preoccupati della sicurezza delle persone e della devastazione dei fondi agricoli. Dovemmo fermarci”.

Due anni fa l’allora sindaco di San Mauro Castelverde, Mario Azzolini, emise un’ordinanza per l’abbattimento controllato di suidi ma l’iniziativa partì solo dopo un vertice in Prefettura. “Per un po’ – dice Azzolini – il problema venne risolto”. Ma l’anno scorso i cinghiali assalirono un ovile e uccisero una ventina di pecore. La presenza dei cinghiali è stata segnalata spesso anche nelle Basse Madonie e nel territorio di Cefalù.

“Negli ultimi tempi – dice il sindaco Rosario Lapunzina – i cinghiali si erano spinti in aree vicine alla città, nelle contrade di Ferla, Allegracuore, Cippone, Campella. Manca poco perché arrivino in spiaggia. Ne abbiamo parlato come una fonte di pericolo in tutti i vertici che si sono svolti. Ma non sono state mai adottate misure efficaci”.

“Oggi – aggiunge Inguaggiato – i sindaci non possono più attendere, stretti tra l’immobilismo delle varie branche dell’amministrazione regionale e i veti di un ambientalismo astratto e bacchettone. L’incolumità dei cittadini e le ragioni naturalistiche che, oltre vent’anni fa, furono alla base dell’istituzione del Parco rappresentano una priorità assoluta”. “Ormai è chiaro – dice Magda Culotta, deputato Pd e sindaco di Pollina – che la Regione deve intervenire prima possibile”.

Ma l’allarme cinghiali varca anche i confini del Parco delle Madonie. “Avevo firmato un’ordinanza per l’abbattimento controllato – dice Angelo Tudisca, sindaco di Tusa – ed ho ricevuto una denuncia dalla Lav. Purtroppo, nella nostra terra, senza morto non si interviene. Personalmente ho convocato una conferenza di servizi, ho partecipato ad un incontro in Prefettura -dal sottoscritto richiesto – con l’allora Assessore all’Agricoltura, ho documentato, insieme ai carabinieri ed agli ispettori della forestali, i pericoli per l’uomo oltre i danni alle colture”.

“Esprimiamo la nostra personale solidarietà e quella dell’Anci  Sicilia alla città di Cefalù e alla intera comunità delle Madonie in occasione del tragico episodio che ha visto la morte di un cittadino e il ferimento della moglie ad opera di un cinghiale”, hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di Anci Sicilia. “L’emergenza determinata dall’enorme numero e dalla pericolosità dei cinghiali, già tante volte denunciata dai Sindaci delle Madonie, impone provvedimenti immediati da parte della Regione siciliana – continuano Orlando e Alvano – e va affrontata, una volta per tutte, definendo  immediatamente un piano di messa in sicurezza per tutte le aree fruibili dai cittadini”.


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