PALERMO – “Eravamo molto preoccupati e ringraziamo il signor Saraniti per averci tranquillizzati”. Nella polemica accesa fra le varie anime della Democrazia Cristiana interviene Stefano Cirillo, segretario regionale della Nuova Dc di Totò Cuffaro che ha diffuso una nota. La scintilla della nuova frizione è stata la candidatura a sindaco di Motta Sant’Anastasia (Catania) per le imminenti amministrative dell’ex assessore provinciale Daniele Capuana, uomo di Forza Italia che aveva ricevuto l’appoggio della Dc di Sandri, tramite un comunicato stampa firmato dal segretario regionale Andrea Saraniti. Una nota a cui era prontamente stata contrapposta la replica dei cuffariani affidata al segretario organizzativo provinciale Stefano Galatà.
“Come segretario regionale – scrive Cirillo – sarà mia cura rassicurare le decine di sindaci e i 450 consiglieri comunali della Democrazia cristiana in Sicilia. Difficile capire su cosa desideri confrontarsi politicamente il signor Saraniti, ma siamo certi che vorrà accettare il nostro invito al congresso della Democrazia Cristiana il 19 gennaio a Catania che segue quelli già svolti nelle altre province che hanno visto la partecipazione di migliaia di Cuffariani, come preferisce etichettarli il signor Saraniti, della Democrazia Cristiana”.
La replica di Saraniti
“Caro Segretario Cirillo, come già detto al dott. Cuffaro, stai sereno, noi non abbiamo chiesto nessun confronto, stiamo facendo il nostro percorso, in serenità e con la pace d’animo che ci contraddistingue”. Così replica Andrea Saraniti, segretario politico vicario della Democrazia Cristiana in Sicilia.
“Abbiamo ringraziato Salvatore Cuffaro con simpatia per averci dato l’occasione di un distinguo, e ringraziamo Lei per aver posto in evidenza che voi siete la Nuova DC. Una cosa diversa, e ci auguriamo che vogliate mantenere il distinguo. Comunque sia, la Democrazia Cristiana vi ha sempre dato apertura e collaborazione, a patto di fare salva la nostra storia e i nostri valori, in primis la lotta per riportare la sovranità al popolo. Prepotenza e superbia non ci appartengono“.
