SIRACUSA – La magistratura indaga e spulcia le carte degli affidamenti ritenuti “illegittimi” nel settore dei servizi sociali, asili nido e impianti sportivi, con ipotesi di reato che vanno dall’abuso d’ufficio alla truffa aggravata; dal falso ideologico da privato in atto pubblico, al falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale nello svolgimento della sua funzione. Per un ammontare di denaro pubblico di 6,3 milioni di euro.
Nel frattempo, un’indagine parallela si concentra su presunte gare truccate, turbative d’asta e traffico di influenze illecite. I magistrati, riferendosi all’operato degli indagati, parlano di ”promesse, collusioni e altri mezzi fraudolenti”. A ricevere un avviso di garanzia sono nomi eccellenti della politica locale: un assessore comunale, un ex capo di gabinetto del sindaco, tre consiglieri comunali, tre dirigenti del Comune e sei rappresentanti di associazioni destinatari degli affidamenti.
La settimana che si è appena conclusa vale a Siracusa un triste primato: è uno dei Comuni più indagati d’Italia. L’inchiesta giudiziaria diventa terreno di scontro politico. Tre consiglieri comunali d’opposizione (Massimo Milazzo, Fabio Rodante e Salvo Sorbello) stanno lavorando a una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Giancarlo Garozzo Per ora sono in tre, ma puntano a raggiungere quota tredici per portare in aula discussione e voto.
La reazione del sindaco non si è fatta attendere: ha convocato una conferenza stampa per venerdì prossimo: “Gli accadimenti che vedono indagate 12 persone, tra cui 3 consiglieri comunali, meritano una riflessione. Fermo restando il garantismo, rilevo che i capi di imputazione parlano di affidamenti diretti, di accrediti a strutture e di proroghe. Su tema asili nido e impianti sportivi, vorrei ricordare che è stata proprio la mia amministrazione a mettere definitivamente fine ad un sistema di proroghe di oltre 12 anni”.
Parla, senza fare cenno però ai 3 dirigenti comunali e ai 12 avvisi di garanzia notificati ieri dalla Guardia di finanza di Siracusa, a conclusione delle indagini coordinate dal procuratore della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, e dirette dal sostituto Marco Di Mauro. Garozzo si scaglia contro i portavoce dell’opposizione in città, il suo duellante al ballottaggio del 2012 Ezechia Reale e il consigliere comunale Salvo Sorbello, “già assessori in giunte di centrodestra tra il 2002 e il 2012”, accostandoli ai tre consiglieri indagati, e spostando altrove l’asse dello scandalo. In realtà, secondo quanto notificato dalla Guardia di finanza, “gli anni oggetto dell’indagine” vanno dal 2013 al 2015. E su chi appartenga a chi, riguardo ai consiglieri comunali, è un rebus per la maggior parte dei siracusani.
Sull’altra inchiesta, quella che martedì scorso ha visto destinatari di avviso di garanzia il suo ex capo di gabinetto Giovanni Cafeo, e il suo attuale assessore ai Lavori pubblici Alfredo Foti, indagati per turbativa d’asta entrambi e il primo anche per traffico di influenze illecite, si era detto “colto di sorpresa. Nei prossimi giorni – aveva proseguito – sapremo su quali elementi si basano le accuse della Procura della Repubblica, sul cui lavoro ho sempre manifestato fiducia, ma l’augurio è che Alfredo Foti e Giovanni Cafeo possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati”.
“Faremo le nostre verifiche, approfondiremo i contenuti delle inchieste e indicheremo – spiega il sindaco – quelli che a noi appaiono i reali motivi delle ultime vicende in una conferenza stampa che la Giunta terrà il 24 giugno”. L’esame politico vero per il sindaco renziano potrebbe arrivare, però, dalla direzione provinciale del Pd con la già annunciata presenza del segretario regionale Fausto Raciti. Nel convocarla, il segretario provinciale Alessio Lo Giudice, alla domanda se ci fosse una questione morale nei dem siracusani, aveva risposto “C’è di sicuro una questione…politica che riguarda l’amministrazione Garozzo”. Lo Giudice ha già lasciato intuire che chiederà l’azzeramento della giunta.