Collegio gesuiti occupato |L'Aleph: "Torni alla città" - Live Sicilia

Collegio gesuiti occupato |L’Aleph: “Torni alla città”

In un comunicato stampa i rappresentanti del collettivo spiegano le ragioni dell'occupazione. "Vogliamo dare nuova vita a questo spazio - affermano -colpevolmente abbandonato". (Foto Facebook)

via crociferi
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CATANIA – In occupazione da tre giorni per rendere nuovamente fruibile l’ex collegio dei Gesuiti. Il Collettivo Aleph ha deciso di “riappropriarsi” dello storico edificio settecentesco patrimonio dell’Umanità, sgomberato nel 2009 dall’Istituto d’Arte per essere riqualificato e, da quel dì, ancora in stato di abbandono.

In un comunicato stampa i rappresentanti del collettivo spiegano le ragioni dell’occupazione. “Vogliamo che l’ex Collegio diventi un nuovo spazio autogestito fuori dalle logiche del commercio, dove sia possibile esprimere il proprio bisogno di aggregazione, creatività e libertà tramite la condivisione di idee e sapere, senza l’oppressione della politica mangereccia dei palazzi (che quando non ruba, fallisce). Uno spazio che a Catania manca e di cui se ne sente enormemente il bisogno. Questo spazio occupato, che da un lato vuole denunciare e gridare a squarciagola i soprusi e il “furto” perpetrato dai soliti enti mangiasoldi, dall’altro vuole essere un luogo di rinascita, aggregazione e lotta che parte dal basso. Vogliamo dare nuova vita a questo spazio, colpevolmente abbandonato, con workshop di condivisione del sapere, con laboratori artistici nei quali poter esprimere liberamente la propria creatività, con la realizzazione di un doposcuola, di una palestra popolare, di un’aula studio aperta fino a tardi, di una biblioteca e di una sala proiezioni. Vogliamo che questo spazio diventi un luogo di condivisione del tempo, che ognuno di noi metterà a disposizione della collettività più precisamente con il progetto della “Banca del Tempo”, ovvero lo scambio libero e gratuito di competenze come diffusione di una forma di economia alternativa non incentrata sul denaro ma sulla condivisione. Pensiamo che contro il degrado in continuo aumento di una città come Catania la risposta non può arrivare dalle amministrazioni, bensì da uno sforzo collettivo, che parta dal coraggio dei singoli di mettersi in gioco”.

 

 


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