"Collegio San Rocco chiuso| Amministrazione indolente" - Live Sicilia

“Collegio San Rocco chiuso| Amministrazione indolente”

"E’ abbastanza strano che il Comune di Palermo non abbia avviato ancora l’iter amministrativo per il migliore utilizzo dell’edificio del Collegio San Rocco".

filoramo (pd)
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PALERMO – “E’ abbastanza strano che il Comune di Palermo non abbia avviato ancora l’iter amministrativo per il migliore utilizzo dell’edificio del Collegio San Rocco. Si tratta di un edificio sito in via Maqueda, nel tratto compreso tra La Cappella della Madonna Bella e Via Amico, in passato utilizzato quale sede della facoltà di Scienze politiche, mentre i magazzini su via Maqueda hanno ospitato marchi storici quali l’Unione Militare, Miraglia e recenti monomarca sportivi. Da oltre due anni l’immobile si mostra ai passanti inutilizzato e rappresenta un vuoto nella prospettiva Maqueda”. Lo dice in una nota il capogruppo Pd a Sala delle Lapidi Rosario Filoramo. “Gli sforzi compiuti attraverso la pedonalizzazione per il recupero di Via Maqueda configgono con l’atteggiamento che ritengo nel migliore dei casi indolente dell’Amministrazione Comunale, che tiene inutilizzato un proprio immobile di pregio. Mi risulta al contempo un interesse dell’Università per ricollocare Scienze politiche all’interno dell’edificio e di imprenditori che intendono prendere in affitto dal comune i magazzini per le loro attività. Non comprendo come non si sia pensato di rispondere alle esigenze della stessa amministrazione comunale, che potrebbero trovare risposta nell’utilizzo dei magazzini per ospitare sedi di front office quali l’Ufficio relazione col Pubblico, attualmente isolati in un ammezzato di Palazzo Zino. Le ragioni di un migliore utilizzo del patrimonio comunale, l’esigenza strategica di qualificare il tratto pedonale di Via Maqueda, oggi solo mercato primo prezzo e fastfood, attraverso la presenza di istituzione quali l’Università, mi ha portato a presentare una interrogazione al Sindaco. Non è più tempo dell’indolenza o peggio di gestioni non trasparenti del nostro patrimonio pubblico”.

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