Mediterraneo, colpi di mitra contro un peschereccio italiano

Colpi di mitra da una motovedetta contro un peschereccio italiano

Lo rende noto la Federazione armatori siciliani. Il motopesca è siracusano
IN ACQUE INTERNAZIONALI
di
4 min di lettura

SIRACUSA – Il peschereccio Orizzonte, della marineria di Siracusa, è stato “attaccato in acque internazionali” da “una motovedetta libica” che ha “esploso contro numerosi colpi di mitra”. Lo rende noto il presidente della Federazione armatori siciliani, Fabio Micalizzi.

“Miracolosamente in salvo”

“L’equipaggio e il comandante del peschereccio – aggiunge – sono stati miracolosamente in grado di mettersi in salvo, ma l’imbarcazione è ingovernabile. In questo momento è fondamentale fornire un intervento tempestivo e adeguato per salvare il peschereccio e assicurare la sicurezza di tutti i membri dell’equipaggio. Sul posto sta per arrivare una nave militare italiana”.

Peschereccio in balia del mare

Secondo quanto riferito da Micalizzi, il peschereccio sarebbe in balia del mare per la rottura del timone, danneggiato dai colpi di mitra. L’equipaggio avrebbe difficoltà a comunicare perché non sarebbe più in possesso delle schede dei telefonini che sarebbero state sequestrate da militari libici. Anche il telefono satellitare sarebbe al momento inutilizzabile. Dopo il lancio dell’allarme da parte del peschereccio, spiega ancora Micalizzi, sul posto sarebbe arrivato per una prima ricognizione un elicottero italiano e dovrebbe arrivare anche una nave militare italiana.

L’appello dell’armatore

Nino Moscuzza, armatore dell’Orizzonte, “ha lanciato un appello disperato alla Federazione armatori siciliani – riferisce Micalizzi – per chiedere aiuto e attenzione da parte delle autorità italiane e dello Stato dopo che il suo peschereccio è stato oggetto di un gravissimo attacco in acque internazionali”. Il presidente della Fas annuncia che “si riserva il diritto di denunciare le autorità libiche e i membri dell’equipaggio della motovedetta, che pare essere stata donata dall’Italia, per questo gravissimo attacco”.

“Questo atto di violenza senza precedenti – aggiunge Micalizzi – ha scosso profondamente la comunità marittima siciliana e richiede una risposta decisa e immediata da parte delle istituzioni italiane e internazionali. Il sostegno e la solidarietà di tutta la comunità sono essenziali per aiutare Nino Moscuzza e l’equipaggio del peschereccio in questa situazione critica. La cooperazione tra tutte le parti coinvolte è fondamentale per garantire la sicurezza e la giustizia in questa delicata vicenda.

La Federazione armatori siciliani si impegna a sostenere Nino Moscuzza e a fornire tutto il necessario per ottenere la giustizia e il recupero dell’imbarcazione danneggiata”. “In nome della sicurezza e della giustizia – chiosa Micalizzi – chiediamo a tutte le istituzioni competenti di intervenire rapidamente e con determinazione per risolvere questa grave situazione e garantire la sicurezza dei nostri pescatori e delle nostre acque internazionali”.

La Farnesina: l’Orizzonte sta rientrando in Italia

Il peschereccio italiano Orizzonte attaccato stamattina dalla guardia costiera libica con l’accusa di pescare dentro la zona marittima esclusiva libica è già in rientro verso l’Italia. Lo si apprende da fonti della Farnesina. Un’unità della Marina militare italiana stamattina è intervenuta anche con il suo elicottero per sventare possibile sequestro. L’ambasciata d’Italia a Tripoli è intervenuta immediatamente con la presidenza del governo di Tripoli e il comando della Guardia costiera libica.

UilaPesca Sicilia: “Lo Stato protegga i pescatori”

“È intollerabile dover constatare come i pescatori siciliani, oltre ad affrontare i rischi propri di un mestiere che è tra i più pericolosi al mondo, siano costretti a convivere costantemente con il timore di assalti da motovedette straniere in acque internazionali. Lo Stato protegga i lavoratori del mare, nulla e nessuno può giustificare le ripetute minacce alla loro incolumità”.

Lo afferma il segretario generale della UilaPesca Sicilia, Nino Pensabene, commentando la notizia del sos lanciato dall’equipaggio del peschereccio della marineria siracusana “Orizzonte”, che ha segnalato di essere stato colpito da raffiche di mitra sparate da una motovedetta libica.

“Appena un anno fa – aggiunge Pensabene – avevamo lanciato un appello alle istituzioni dopo un episodio simile avvenuto ai danni del peschereccio catanese Salvatore Mercurio. Ribadiamo adesso la necessità di un intervento del governo nazionale per garantire nel Mediterraneo sicurezza ai nostri equipaggi e imporre il rispetto dei più elementari principi di diritto internazionale. Sicurezza e dignità del lavoro e delle persone: questa, per UilaPesca e Uil, è la battaglia della vita. Si muova anche la Regione. Noi aspettiamo sempre che l’assessore Luca Sammartino risponda alla nostra richiesta di convocazione delle organizzazioni sindacali per affrontare emergenze e criticità del settore”.

Bandiera: “Motopesca alla deriva ma equipaggio sta bene”

“I componenti dell’equipaggio dell’Orizzonte stanno tutti bene. Molta paura, danni alle cose, ma nessun ferito. Li sta raggiungendo una nave della Marina militare: siamo un po’ in apprensione perché l’episodio è accaduto stamane alle sei e ancora, per le notizie in nostro possesso, l’equipaggio non è stato fisicamente raggiunto e sono alla deriva”.

Lo afferma il vicesindaco di Siracusa, Edy Bandiera, che è in contatto con Nino Moscuzza, l’armatore del peschereccio Orizzonte.

“Il comandante ha avuto un leggero malore – aggiunge Bandiera – ma non dimentichiamo che avendo colpito il timone ipotizziamo che hanno sparato ad altezza uomo. L’armatore mi ha riferito che se non si fossero abbassati li avrebbero colpiti. Mi hanno riferito che ci sono danni al timone e alla strumentazione e il peschereccio non può quindi essere governato – spiega il vicesindaco di Siracusa – tra l’altro hanno perso l’attrezzatura per la pesca che si trovava in mare. In questo momento hanno stimato un danno per circa 30mila euro, ma la cifra potrebbe aumentare”.

Sono cinque le persone a bordo: il comandante e i quattro componenti dell’equipaggio. L’amministrazione comunale sta “supportando l’armatore e superata questa prima fase, l’obiettivo adesso è riportare equipaggio e imbarcazione a Siracusa”. “Ancora è presto – conclude Bandiera – per capire se il motopesca può essere in qualche modo sistemato per navigare oppure molto probabilmente dovrà essere rimorchiato”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI