Come la vendita di Villa Gretter | è diventata un caso - Live Sicilia

Come la vendita di Villa Gretter | è diventata un caso

L'accusa del Gruppo Immobiliare Italiano e la risposta dell'Ordine dei Medici: a colpi di carta bollata.

CATANIA. Una vicenda che parte oltre un anno fa. Ovvero, nel gennaio del 2015 quando la società Gruppo Immobiliare Italiano inizia una trattativa per la vendita della nota Villa Gretter di piazza Mancini-Battaglia. Una cessione della quale appare essere interessato l’Ordine dei Medici ma che, di fatto, non si è mai conclusa. Una vicenda che ha finito con l’avere ripercussioni giudiziarie con la vicenda che è stata trascinata fino alle aule dei palazzi di giustizia. A spiegare i motivi è il rappresentante del Gruppo Immobiliare Italiano, Salvatore Alarcon: “Con i dirigenti dell’Ordine si era arrivati all’accordo: loro cercavano una immobile da adibire a sede e sulla Villa Gretter avevano espresso parare positivo. Viene pubblicata anche una delibera, la numero 26 del 03/02/2015, per procedere attraverso un avviso pubblico, ad una indagine di mercato finalizzata alla ricerca di un immobile da acquistare in proprietà per essere adibito a sede dell’Ordine. Ovviamente la Villa Gretter corrisponde perfettamente alle caratteristiche riportate nel Bando e partecipiamo alla gara secondo le indicazioni del bando stesso con la presentazione di tutti gli idonei documenti. La commissione preposta decide di scegliere la proposta presentata proprio dal Gruppo Immobiliare Italiano s.r.l. e quindi procedere all’acquisto. Ebbene, dopo avere raggiunto tutti gli accordi sia per il prezzo che per le condizioni, al momento di sottoscrivere il tutto dinanzi a un notaio, veniamo a sapere che l’Ordine dei Medici ha provveduto a pubblicare un altro bando. Un fatto inspiegabile e che ci ha arrecato un danno gravissimo”.

Nel frattempo, al Comune di Catania erano state avviate le pratiche per il cambio d’uso della Villa: da residenziale ad uffici oltre che ad una richiesta di realizzazione di sala congressi per come prevedeva il bando. Ed, allora, dov’è stato l’inghippo?
 “Lo stesso ufficio all’urbanistica ha dato il diniego – spiegano dall’Ordine dei Medici -. Da parte nostra chiedevamo un pre-requisito che la Villa non aveva, ovvero, un salone da almeno 250 metri quadri che serve per fare formazione. Ecco perchè abbiamo dovuto pubblicare un secondo Bando: non vi è alcuno scandalo, le offerte del primo Bando sono state scartare quasi tutte proprio perchè non corrispondevano ai requisiti che richiedevamo. 
E, tra l’altro, non vi è stato alcun contratto preliminare con nessuno. Sono tutte illazioni”.

Ma nel rincorrersi di ricorsi al Tar e impugnative al Cga, dalla Sovrintendenza è giunta intanto l’autorizzazione ad effettuare i lavori per il cambio di destinazione d’uso: “La conferma che abbiamo tutto in regola – conclude Alarcon -. Questa storia non può finire così. Noi andremo avanti”.


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