CATANIA – Alla fine è uscito allo scoperto. Salvo Pogliese, il deputato regionale tirato per la giacchetta dal gotha del Pdl etneo per immolarsi alla causa cittadina e candidarsi a sindaco di Catania, ha finalmente sciolto le riserve. E, in merito all’ipotesi, più volte rilanciata dai mezzi di comunicazione, di una sua candidatura ha voluto precisare la sua indisponibilità a fare il passo, pur avendo ringraziato il partito per la stima dimostrata. “I vertici del mio partito e degli altri della coalizione di centrodestra, insieme a molti altri miei concittadini, hanno proposto la mia candidatura a sindaco di Catania assicurandomi il loro incondizionato sostegno – ha detto. Questo trasversale incitamento mi ha notevolmente lusingato e gratificato ma mi ha contestualmente fatto riflettere sulle refluenze sul piano etico della mia scelta. Soltanto qualche mese fa, infatti, ho proposto agli elettori della Provincia di Catania la mia candidatura a deputato regionale ed ho ricevuto da loro 12000 consensi risultando il più votato della mia lista in provincia e fra i più votati in Sicilia”.
Insomma, Pogliese sembra non sentirsela di “tradire” chi lo ha voluto a Palermo e chi, all’Ars, lo ha voluto addirittura Vicepresidente. “Dopo l’insediamento del Parlamento siciliano – continua – i colleghi parlamentari mi hanno eletto Vice Presidente dell’assemblea, conferendomi la carica più rilevante riservata all’opposizione. Non è dato sapere se la mia candidatura a sindaco di Catania sarebbe la carta vincente per il Pdl e la coalizione del centro destra, come previsto ed auspicato da quanti hanno proposto la mia candidatura ma, certamente, non sarebbe “etica” in quanto non terrei conto del mandato dei miei elettori. Per questo motivo, dopo un notevole travaglio, ho deciso di non accettare l’invito a proporre la mia candidatura a Sindaco di Catania continuando, con l’entusiasmo e la passione di sempre, l’impegno per la mia terra all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana.”.
