Ventidue consiglieri dell’Idv a rischio, così come la maggioranza che a Sala delle Lapidi sostiene Leoluca Orlando. Non sembra avere fine la vicenda delle ultime amministrative di Palermo, vinte al ballottaggio dal Professore e che, per uno strano scherzo della legge elettorale regionale, hanno regalato ad un solo partito, quello dipietrista, ben 30 consiglieri su 50. Una maggioranza monolitica, composta anche da chi ha preso meno di 200 voti ed è stato eletto contrariamente a chi ne ha presi migliaia ed è rimasto fuori.
Un esito che una ventina di palermitani hanno considerato “ingiusto” e che, per questo, hanno presentato un ricorso al Tar di Palermo per chiedere l’annullamento del premio di maggioranza e solo di quello: il sindaco rimarrebbe quindi al suo posto, così come i 28 eletti senza il premio di maggioranza. A perdere il seggio sarebbero solo i 22 di Idv, che sarebbero rimpiazzati dagli altrettanti rimasti esclusi. La prima udienza è fissata per fine novembre e il tribunale amministrativo potrà decidere, a quel punto, se rigettare il ricorso o mandarlo alla Corte Costituzionale che potrebbe esprimersi nel giro di qualche mese, orientativamente per inizio 2013. A quel punto, in caso di parere positivo dei giudici, tutto tornerebbe al Tar di Palermo.
Secondo lo studio legale Immordino di Palermo, che ha presentato il ricorso, la legge elettorale regionale presenterebbe profili di incostituzionalità dal momento che assegna al ballottaggio il premio di maggioranza indipendentemente dai voti presi dalla lista, senza cioè il raggiungimento di una minima percentuale, che invece è prevista al primo turno (40%). Un meccanismo che violerebbe, secondo i legali, i principi costituzionali di rappresentatività, proporzionalità e democraticità.
Se il ricorso dovesse essere accolto, quindi, a perdere il seggio sarebbe in 22: Giuseppe Maniaci, Juan Diego Catalano Ugdulena, il consigliere provinciale Giuseppa Scafidi, l’uscente Salvatore Calò, Pietro La Commare, Serena Bonvissuto, Fausto Torta, Alessandra Veronese, Luigi Sanlorenzo, Giorgio Calì , Nicolò Galvano, Gaspare Lo Nigro, Orazio Giorgio La Corte, Filippo Occhipinti, Sandro Leonardi , Pia Provvidenza Tramontana, Maurizio Lombardo, Massimo Pullara, Francesco Mazzola, Rita Giuseppina Vinci, Cosimo Pizzuto e Federica Aluzzo.
Al loro posto, ne entrerebbero altri 22. Pd, Udc e Pdl passerebbero da tre seggi a sei; Mpa da tre a cinque; Ora Palermo, Grande Sud e Amo Palermo da due a cinque e Cantiere popolare da due a quattro. Una vera e propria rivoluzione, che priverebbe Orlando della sua maggioranza e lo costringerebbe a formare una coalizione con il resto del centrosinistra. A fare il loro ingresso a Sala delle Lapidi sarebbero quindi Salvo Alotta, Vincenzo Tanania e Maurizio Pellegrino per il Pd, con il primo che risulterebbe il più votato dei 22; Giovanni Melia, Sebastiano Drago e Leopoldo Piampiano per il Pdl; Sonia Gangi e Pietro Garonna per l’Mpa; Cesare Mattaliano, Ciro Ferrandelli e Sergio Mannara per Ora Palermo; Paolo Porzio, Totò Palma e Giampiero Lombardo per Amo Palermo; Giuseppe Bevilacqua e Pippo Enea per il Cantiere popolare; Pino Federico, Sandro Terrani e Gerlando Inzerillo per Grande Sud; Pietro Polizzi, Franco Siino e Massimiliano Fiore per l’Udc.