PALERMO – “Una clamorosa presa in giro per i palermitani”. Fino a questo momento avevano assistito in silenzio alle comunarie, prendendone le distanze in maniera indiretta senza partecipare alla ‘graticola’ del cinema De Seta nel corso della quale si erano confrontati tre aspiranti al ruolo di candidato sindaco del Movimento cinque stelle, ma ora i deputati grillini palermitani eletti alla Camera entrano a gamba tesa nella lotta intestina tra i pentastellati e gettano ombre sull’operato dei colleghi dell’Ars.
La prima nota l’ha suonata Chiara Di Benedetto, con un post sul suo profilo Facebook in cui ha commentato le voci di possibili cordate organizzate per favorire Ugo Forello, rimasto in gara insieme con Igor Gelarda, anche attraverso i ritiri di Giulia Argiroffi e Giancarlo Caparrotta all’ultimo chilometro delle comunarie : “Il risultato ultimo di tutto questo è una clamorosa presa in giro per i cittadini palermitani – scrive Di Benedetto, il cui post è stato rilanciato anche dalla collega Giulia Di Vita -, sia quelli che hanno seguito la graticola dal vivo, sia quelli che l’hanno seguita on line e ne hanno letto sui giornali”. Una posizione rilanciata su Twitter da un altro collega di Montecitorio, Riccardo Nuti, che si esprime per la prima volta sulle elezioni palermitane: “La graticola? Una presa in giro – sostiene l’ex candidato sindaco di Palermo, finito sotto indagine per le presunte firme false del 2012 -, stavano fingendo. Le donne? Deroghe e riempilista”.
Il riferimento, non esplicitato, è alle parole di Giancarlo Cancelleri, tra i volti più in vista del movimento in Sicilia, che oggi in una intervista a la Repubblica spiega così come verrà aggirato l’ostacolo del numero minimo di donne in lista per scongiurare il pericolo, sorto dopo tanti ritiri, di una clamorosa esclusione dalla corsa: “Per quanto riguarda gli uomini scorrerà la graduatoria dei più votati, mentre si riaprirà la competizione con la richiesta di altre candidature femminili. Rimpingueremo la lista con altri iscritti al movimento”. Le nove donne ancora in corsa al momento, per effetto delle quote rosa, permettono una lista di 27 elementi, soglia minima per la costituzione di una lista.
Sotto accusa, dunque, quella che Di Benedetto definisce “una deroga” per inserire in lista “delle candidate dell’ultimo minuto”, ovvero “delle riempilista”: una circostanza “mai smentita – sottolinea ancora Di Benedetto – dai portavoce regionali che stanno gestendo questa fase di creazione della lista palermitana”. Un fatto “gravissimo”, che secondo la deputata “costituisce un precedente” nella storia di un movimento estraneo “a questi atteggiamenti e giochetti”. I ‘nutiani’, dunque, puntano il dito anche contro Claudia La Rocca, Giorgio Ciaccio e Giampiero Trizzino, che con la loro presenza al De Seta avevano posto l’accento sulla caratura del confronto avvenuto tra Argiroffi, Caparrotta e Forello.
Claudia La Rocca su Facebook
“È incredibile. A noi non mancano di certo le attiviste donne, ma forse se loro avessero rispettato la volontà del meetup di fare la lista interna, invece di imporci le comunarie, non avremmo avuto tutti i problemi che si sono creati a seguire. Purtroppo diverse persone giovani e preparate non si sono potute candidare per mancanza della certificazione sul portale (magari c’è chi si attiva nei tavoli di lavoro senza correre ad iscriversi sul blog)”. Lo scrive su Fb la deputata regionale Claudia La Rocca, che si è autosospesa dal M5S dopo l’indagine sulle presunte firme false nella lista dei Cinquestelle alle comunali del 2012 in risposta ai post di Chiara Di Benedetto sul caos liste a Palermo. “Infatti, se ci sarà la possibilità di integrare, cosa in cui non ci trovo nulla di male, non definirei quelle persone dei ‘riempilista’ (ammesso che il termine sia negativo). Sembrano – aggiunge – dei bambini che sbattono i piedi a terra perché le cose non stanno andando per come loro le avevano pensate. Hanno voluto loro le comunarie, sapevano quali sono le poche e semplici regole per le candidature, mettere in cattiva luce chi proviene dalla società civile non ha senso”.
A Nuti e Di Benedetto rispondono anche tre dei candidati al consiglio comunale per il M5s: Vincenzo Francomano, Marco Santi Tedesco e Danilo Maniscalco. Per Francomano “mettere in discussione la serietà e la passione di tanti attivisti onesti non rende merito agli sforzi di chi ha voluto salvaguardare un percorso costruttivo, virtuoso e coerente”. Tedesco definisce “ingeneroso” il giudizio sula ‘graticola’ e “chi l’ha fatto – sostiene su Facebook – ha mancato di rispetto agli attivisti, ai candidati e ai portavoce regionali”. Secondo Tedesco “la trasparenza del movimento in Sicilia non può essere messa in dubbio da un suo stesso aderente e risulta difficile oggi accettare insinuazioni così gravi proprio da un portavoce attualmente sospeso”. Dura la replica di Maniscalco: “Non intendo prendere lezioni di etica da chi, davanti a un magistrato della Repubblica italiana, si è avvalso della facoltà di non rispondere”.