Comune, Coime e Reset: dentro gli uffici degli assenteisti - Live Sicilia

Comune, Coime e Reset: dentro gli uffici degli assenteisti

Dove lavorano le 28 persone raggiunge da una misura cautelare

PALERMO – “Squadre di lavoratori assenteisti”, li ha definite il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante della guardia di finanza di Palermo.

Ecco tutti gli indagati dell’inchiesta della Procura, le aziende per cui lavorano e le misure cautelari adottate per i dipendenti di Comune, Coime e Reset. Erano tutti distaccati ai Cantieri Culturali della Zisa.

Sono i dipendenti comunali Dario Falzone (arresti domiciliari), Giuseppe Muliello (obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria), Maria Angela Di Carlo (obbligo di presentazione), Silvana Caravello (obbligo di dimora e presentazione), Massimo Pipi (obbligo di dimora e presentazione), Filippo Pecoraro (obbligo presentazione), Rosaria Gebbia (obbligo di dimora e presentazione), Francesco Caruso (obbligo di dimora e presentazione), Salvatore Consiglio (obbligo di dimora e presentazione), Fabiola Selvaggio (obbligo di dimora e presentazione), Antonino Muratore (obbligo presentazione).

Ed ancora i dipendenti del Coime: Antonio Cusimano (arresti domiciliari), Gaspare Corona (arresti domiciliari), Mario (arresti domiciliari).

E i lavoratori Reset: Francesco Paolo Magnis (arresti domiciliari), Salvatore Reina (obbligo di dimora e presentazione), Isidoro Chianello (obbligo di dimora e presentazione), Salvatore Barone (arresti domiciliari), Giancarlo Nocilla (arresti domiciliari), Tommaso Lo Presti (arresti domiciliari); Francesco Paolo Tinervia (obbligo di dimora e presentazione), Marina Megna (obbligo presentazione), Francesco Madonia (obbligo presentazione), Francesco Ferraro (obbligo presentazione), Mario Nuccio (obbligo di dimora e presentazione), Davide Nuccio (obbligo di dimora e presentazione), Vita D’Aiuto (obbligo di dimora e presentazione), Massimo Vesco (obbligo di dimora e presentazione).

Il Coime, Coordinamento interventi di manutenzione edile del comune di Palermo, nasce nel 1986. Con un decreto legge lo Stato (presidente del Consiglio era Bettino Craxi, ministro del Lavoro Gianni De Michelis) vengono concessi a Palermo 25 miliardi di lire per la realizzazione di “interventi indifferibili e urgenti di manutenzione e salvaguardia del territorio, nonché del patrimonio artistico e monumentale della città”.

Il Comune doveva utilizzare personale già in servizio oppure da assumere con contratti a tempo determinato. Ed invece è diventato un bacino di precariato composto da centinaia di persone fra operai edili, geometri, architetti, ingegneri e geologi. Un bacino che si è ingrossato anno dopo anno. Nel 2000 il Comune firmò col governo nazionale un accordo per la stabilizzazione e l’internalizzazione dei lavoratori. Anche allora il sindaco era Leoluca Orlando. Oggi gli operai ex Dl 24 si occupano di manutenzione di scuole, uffici, piccole opere pubbliche, rifacimento marciapiedi e ristrutturazioni con muratori, falegnami o fabbri, comprende anche giardinieri, autisti, guardie giurate, portieri e amministrativi.

Un migliaio sono i lavoratori di Reset, la società consortile del comune di Palermo, da sempre alle prese con troppi dipendenti e pochi soldi per pagarli. Sono giardinieri, addetti alle pulizie, custodi, seppellitori ma anche animatori per il sociale e amministrativi, disseminati fra i vari settori del Comune.


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