Comuni al tracollo, l'Anci: |"Governo inattendibile" - Live Sicilia

Comuni al tracollo, l’Anci: |”Governo inattendibile”

Paolo Amenta

"Siamo stanchi di fare gli "utili idioti" di un Governo regionale che mentre discute di liberi consorzi, oltre a chiudere le Province, sta contribuendo in maniera determinante alla morte dei Comuni siciliani". dice il vicepresidente dell'Anci Sicilia Amenta dopo l'incontro con il governo Crocetta

il vertice
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PALERMO – «Siamo stanchi di fare gli “utili idioti” di un Governo regionale che mentre discute di liberi consorzi, oltre a chiudere le Province, sta contribuendo in maniera determinante alla morte dei Comuni siciliani. Un Governo che non si può certo considerare un interlocutore attendibile, avendo violato gli impegni assunti con i Comuni. Il riferimento, in particolare, è all’impegno preso dal Governo regionale di stanziare 40 milioni di euro dei fondi PAC in favore dei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti».

Così il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, a conclusione dell’incontro di questa mattina a Palermo della Conferenza Regione – Autonomie Locali, che ha visto a confronto i Sindaci siciliani con il Governo Crocetta.

«Ricordiamo – riprende Amenta – che questo impegno era stato preso dal Presidente della Regione, Rosario Crocetta, in occasione di un’assemblea dei Sindaci tenutasi lo scorso 1 Ottobre 2013. Da allora abbiamo assistito solamente ad un rimpallo di responsabilità nei diversi dipartimenti regionali. Ma vi è un’altra questione ancora più grave che va sottolineata, ovvero, il fatto che l’Assessore delle Autonomie Locali, e quindi il Governo regionale, convochi a Marzo i Comuni in sede di Conferenza solamente per discutere di questioni del tutto secondarie. Come se il confronto con i Comuni sia un fatto meramente burocratico che serve solo ad incassare un parere previsto dalla legge. Non vi è stato alcun confronto sulla riforma dell’Ordinamento degli Enti Locali, se di riforma si può parlare.

Così come – precisa il Vice Presidente di AnciSicilia – non vi è stato nessun confronto, soprattutto, sui criteri e sulla ripartizione delle risorse ai Comuni per il 2014, che vede già un taglio netto di 100 milioni di euro destinati a spese di investimenti e alla totale scomparsa del Fondo delle Autonomie con le relative riserve.

Un taglio che si somma ai ritardi della Regione nell’erogazione delle risorse già stanziate per il 2013, e che rischia di essere insostenibile non solo per il sistema degli Enti Locali, ma anche per i cittadini che subiranno significativi aumenti dei tributi locali. Dai fondi degli investimenti i Comuni, autorizzati da una specifica norma della Finanziaria regionale, pagavano le rate dei mutuo, cosa che adesso non potranno più fare. E se si considera che tutte le “riserve” sono state azzerate, bisognerà reperire anche i soldi per il ricovero dei disabili psichici, dei servizi sociali, in particolare della disabilità, del trasporto alunni pendolari, degli asili nido, e dell’efficientamento dei servizi di Polizia Municipale, senza dimenticare le somme per gli interessi da pagare alle Tesorerie, visto che nei Comuni si sta operando in scopertura di cassa, a causa dell’enorme ritardo dei trasferimenti finanziari da parte della Regione. E con i bilanci già scarnificati dai tagli precedenti, questa scelta del Governo regionale serve solo a se stesso per mettersi i conti a posto e approvarsi la Finanziaria e le modifiche, mentre i Comuni ancora una volta saranno costretti ad operare in dodicesimi, e come le famiglie che non arrivano a fine mese, non arriveranno neanche al secondo semestre perché molti saranno costretti a dichiarare il dissesto.

Così facendo sui cittadini si abbatterà il peso oltre che della Tares e dei servizi aggiuntivi indivisibili, anche della spesa sociale, dei mutui, degli interessi passivi, e persino del personale, considerato che già il 16% del costo del precariato ricade per il primo anno sulle municipalità.

Di fatto – conclude il Vice Presidente, Paolo Amenta – si tratta di scelte sconsiderate quelle messe in atto dal Governo regionale. I nuovi tagli e le riduzioni decise, calpestando ancora una volta l’autonomia degli Enti Locali, colpiranno non solo i piccoli Comuni, com’è avvenuto nel 2013, ma piuttosto, in maniera ancora più significativa, i Comuni medio – grandi, che subiranno un taglio del 60% della quota investimenti, che li metterà definitivamente in ginocchio. Così oltre alle Province scompariranno anche i Comuni, e probabilmente non avremo più bisogno di una riforma».

 


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