Concedere il perdono? - Live Sicilia

Concedere il perdono?

Samuele Caruso ha scritto una lettera per chiedere perdono alla famiglia di Carmela Petrucci. E il fatto - raccontato da Livesicilia - conduce a una domanda difficile: è possibile perdonare?

Il delitto Petrucci
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Samuele Caruso, dal carcere, ha scritto una lettera per chiedere perdono ai familiari di Carmela Petrucci, da lui orrendamente dilaniata nel giorno in cui tentò di massacrare Lucia, sorella di Carmela.

Molti si sono concentrati sulla presunta spontaneità del fatto: si tratta di una richiesta sincera, di un pentimento maturato nella colpa, o è solo una strategia processuale per alleviare di qualche anno la pena pesante che Caruso merita? Non è un interrogativo marginale. La possibilità della remissione dei peccati, nel sentimento cristiano e in quello laico, è ammessa quando il rimorso è sincero. Quando l’autore di un gesto irrimediabile ha visto nascere dentro di sé, per suo sforzo o a sua insaputa, il pieno riconoscimento del male che ha provocato. E’ un passo che apre alla prospettiva del vero cambiamento.

Noi non sappiamo nulla di Samuele Caruso, se non che è un assassino. Conosciamo la sua azione peggiore. Non abbiamo appreso neanche una parola della sua vita prima della distruzione che ha inferto agli innocenti, alla sua famiglia e a se stesso. Non condividiamo né pensieri né celle. Non riusciremmo a dire con approssimazione se la lettera che ha inviato alla famiglia Petrucci sia una traccia fine e debole di verità o un espediente. Dobbiamo esaminare la questione da una diversa visuale: è possibile perdonare?

Non è facile rispondere. Noi non calziamo le scarpe di mamma e papà Petrucci. Non indossiamo i panni di Lucia. Non siamo stati travolti dalla tragedia. La questione si traduce, per nostra fortuna, in un dilemma teorico che procede per tentativi e da lontano, con rispetto, potrebbe balbettare qualcosa, non un giudizio definitivo.

Non è davvero una risposta semplice. Il perdono sembra impossibile. E’ una sensazione profonda che si avverte, mentre sfioriamo con la memoria le immagini di un delitto atroce. Il supermercato accanto al palazzo, da luogo di normale quotidianità a simbolo incancellabile del destino che ha trasformato ogni cosa per sempre: la casa, il marciapiede, il balcone, lo sguardo oltre la finestra, gli abbracci, i libri, i giochi. Il portone insanguinato e socchiuso. Lo zaino. Il corpo di Carmela riverso sotto il lenzuolo.

Qui si salda la filosofia con la cronaca. Ogni perdono, a pensarci bene, pare impossibile. Proprio per questo si avvicina al cielo – di Dio o delle nuvole – la sovrumana generosità di chi, nonostante tutto, riesce a concederlo.


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