Concorsi in Sanità, i giudici frenano | Nelle Asp il paradiso dei consulenti - Live Sicilia

Concorsi in Sanità, i giudici frenano | Nelle Asp il paradiso dei consulenti

La Corte dei conti: “Le assunzioni? La Regione agisca con cautela”. Gli esterni sono costati 28 milioni. A Ragusa ne sono arrivati 337.

PALERMO – Per funzionare, la piccola Asp di Ragusa ha avuto bisogno in un anno di 337 consulenti. I policlinici e l’Istituto Bonino Pulejo addirittura di 540 “esperti”. La Sanità è sempre un bacino di clientele e amicizie. Un mare esteso dal quale pescare a piene mani, per incarichi e convenzioni milionarie. E anche in vista dei tanto discussi nuovi concorsi.

Concorsi, però, sui quali la Corte dei conti ha tirato un po’ il freno. E lo ha fatto nonostante avesse riconosciuto all’assessorato un intervento positivo sulla spesa per il personale a tempo indeterminato, scesa rispetto al 2014. Ma sia le Sezioni riunite che il Procuratore Diana Calaciura hanno messo in guardia il governo regionale. “Sono in corso di approvazione – ha detto il procuratore generale d’appello durante la sua requisitoria – le linee di indirizzo per la rideterminazione delle dotazioni organiche delle aziende ospedaliere, prodromiche rispetto all’eventuale reclutamento di nuovo personale. Al riguardo – ha aggiunto Diana Calaciura – auspico un’estrema cautela e ponderazione nell’espletamento delle accennate procedure”.

Cautela sui concorsi. Ponderazione. Insomma, i magistrati contabili tirano chiedono di non correre. E lo fanno in maniera più dettagliata proprio nel rendiconto generale dove torna quella parola: “La Corte deve in proposito ribadire – si legge infatti – il monito ad un’estrema cautela nelle accennate procedure di reclutamento di personale: queste ultime, infatti, nell’ottica pattizia fino ad ora seguita dalla Regione, con apprezzabili risultati, dovrebbero più opportunamente formare oggetto di specifica concertazione in sede di predisposizione del Programma operativo regionale 2016-2018, in corso di definizione, nel quadro di una necessaria, preventiva e motivata valutazione di sostenibilità, per il futuro, della relativa spesa, da quantificare adeguatamente”.

Secondo i magistrati contabili, la Regione non può permettersi il lusso di fare “di testa sua”. Anche perché le condizioni economico-finanziarie delle Aziende sanitarie non consentono ampi margini di manovra. E nel rendiconto si fa esplicito riferimento a un intervento sempre della Corte dei conti pochi mesi fa in Commissione bilancio all’Ars, in occasione del quale i giudici contabili hanno richiamato “l’attenzione del governo regionale sulla necessità di una reale politica di razionalizzazione e contenimento della spesa corrente, la cui componente di maggior rilievo, anche per il settore sanitario, è rappresentata proprio dalla spesa per il personale, che occupa oltre il 30 per cento dell’intero settore”. Ogni decisione di rilievo finanziario, aggiungeva poi la Corte dei conti, deve essere “previamente concertata con i Tavoli di monitoraggio ministeriali, soprattutto quelle che riguardano le politiche assunzionali. Eventuali nuove ipotesi di assunzioni nella sanità, deliberate al di fuori delle competenti sedi di negoziazione ed in assenza di reali e realistiche fonti di copertura della spesa, – proseguiva – presenterebbero infatti, ad avviso della Corte, non solo profili di scarsa coerenza col vigente quadro normativo, ma, soprattutto, porrebbero evidenti problematiche di sostenibilità finanziaria. Vale infatti ricordare come, oltre alla strutturale carenza di liquidità dell’intero sistema, molte delle aziende sanitarie siciliane siano in una situazione di disequilibrio strutturale”.

E tra le aziende messe peggio, la Corte indica quelle di Messina, Siracusa e Ragusa, “enti per i quali, già lo scorso anno, – ricordano i magistrati contabili – l’assessorato vigilante aveva rappresentato che, in ragione del ‘disequilibrio di carattere strutturale tra i costi sostenuti ed il valore della produzione sanitaria’ sarebbe stata richiesta, a decorrere dal 2015, la predisposizione di specifici Piani di rientro”. Altro che assunzioni, insomma. C’è prima da pensare a mettere “a posto” alcune aziende in maggiore difficoltà.

Difficoltà di cui non hanno risentito, però, i consulenti della Sanità. In un anno, solo nelle aziende regionali, sono stati chiamati oltre mille tra esperti esterni e collaboratori (1.222 per l’esattezza). Per una spesa complessiva di quasi 28 milioni di euro. E se alcune aziende, da questo punto di vista, si sono rivelate “virtuose” (solo 4 i consulenti dell’Asp di Agrigento, 5 a Palermo), fanno impressione i dati dell’Asp di Ragusa (proprio una di quelle in maggiore difficoltà) dove sono stati chiamati, solo nel 2015, 337 consulenti e quelli dell’Asp di Catania* dove gli esperti nel 2015 sono stati 172.

E così, la spesa complessiva della Sanità rimane superiore ai 9 miliardi di euro annui. E rappresenta il 54 per cento della spesa complessiva della Regione. Una spesa appesantita, oltre che dalla gestione di aziende sanitarie e universitarie, anche dai rapporti con gli istituti privati. Al di là delle convenzioni col Rizzoli e il Bambin Gesù, la Corte dei conti fa riferimento alle strutture che sono direttamente gestite dalla Regione: 51 milioni di euro per il San Raffaele Giglio di Cefalù, 49,7 milioni di euro per il “Buccheri La Ferla” e 84 milioni di euro in un anno per Ismett. Le isole d’oro della Sanità siciliana.

* L’Asp di Catania precisa che il dato cui noi facciamo riferimento nell’articolo “è un dato aggregato all’interno del quale sono comprese diverse voci di spesa. La precisazione va a beneficio dei cittadini, non degli addetti ai lavori che ben conoscono le procedure. In particolare si tratta di: 72 laureati in medicina e chirurgia che sostengono il corso a carico dell’Assessorato alla Salute per l’abilitazione all’esercizio della professione di MMG; 53 co.co.co reclutati ai fini della realizzazione degli obiettivi PSN che garantiscono i LEA e i processi di nuova sperimentazione (non a carico del bilancio aziendale e che rappresentano una opportunità sia per l’Azienda, sia per i giovani reclutati, sia per gli utenti ai quali i servizi sono rivolti); 45 componenti commissioni invalidi e/o bioetiche; 2 componenti commissione di area non sanitaria”.


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