Concorso per prof: "Risposta errata, ministero crede a fake news"

Concorso per prof: “Risposta errata, ministero crede alle fake news”

Ricorso di una candidata siciliana

PALERMO – La prova scritta del concorso non è stata annullata in via cautelare, ma si attende ancora di conoscere l’esito del ricorso nel merito della vicenda.

La questione riguarda il concorso per titoli ed esami per diventare professore. Area: filosofia e scienze umane. Una candidata palermitana, che si è fermata due punti sotto la soglia dei 70 necessari per l’ammissione alla prova successiva, sostiene che una delle domande fosse sbagliata.

La frase non è di Rousseau

Bisognava individuare chi avesse detto la frase: “Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino”. Possibili risposte: Jean-Jacques Rousseau, “Emilio”; Maria Montessori, “La scoperta dell’infanzia”; John Dewey, “Come pensiamo”; John Locke, “Pensieri sull’educazione.” Secondo il ministero dell’Istruzione, la risposta esatta è l’Emilio di Rousseau.

Gli avvocati Vincenzo e Sergio Sparti, e Massimo Campisi, assieme alla candidata, si sono messi a studiare, a leggere e rileggere l’opera: la frase non è presente all’interno dell’opera.

I legali hanno spiegato la genesi della frase, che si deve a Mario Casotti, filosofo e pedagogista. Già il nome Giovannino, d’altra parte, faceva vacillare l’attribuzione a Rousseau.

“Si tratta di una palese fake news – tuona il legale – tuttavia sia il ministero dell’Istruzione sia i giudici amministrativi ritengono, almeno in via cautelare, valide quelle che vengono chiamate ‘fonti secondarie’, comprese le notizie false che circolano sul web”.

Secondo l’avvocato, la candidata prof (la sua risposta è stata “John Dewey, Come pensiamo”) non è stata messa nelle condizioni di rispondere correttamente. Non essendoci l’opzione esatta fra quelle proposte è stata indotta in errore.

Cosa dicono Tar e Consiglio di Stato

Sia il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato hanno respinto la richiesta di annullare in via cautelare la prova perché “la risposta considerata giusta dalla Commissione di concorso si pone come l’unica sicuramente corretta, costituendo invece le altre risposte dei cosiddetti ‘distrattori’, aventi dei meri margini di plausibilità e la cui funzione è proprio quella di distrarre dall’individuazione dell’unica risposta corretta onde verificare la solidità della preparazione del candidato”.

“La domanda posta ai candidati non richiede di confermare la veridicità della fonte – proseguono i giudici -. Si chiede invece di identificare l’autore al quale una molteplicità di fonti secondarie ritiene ragionevolmente attribuibile un motto pedagogico diffusamente presente nell’ambito di un discorso
pedagogico stratificato, che si snoda dentro e fuori i contesti accademici. Nello specifico la maggioranza delle fonti secondarie reperibili attribuisce il motto in questione a Rousseau ed indica l’Emilio come fonte dello stesso”.

In sostanza, tuona il legale, “in un concorso per docenti la cultura vera (quella formata sui libri) della candidata la pregiudica rispetto al sapere sommario e falso del web”.


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