"Condannate i boss trapanesi"| Tutte le richieste di pena - Live Sicilia

“Condannate i boss trapanesi”| Tutte le richieste di pena

Il Tribunale di Palermo

L'elenco si apre con i fratelli Virga

PALERMO – La Procura di Palermo li considera “boss e gregari” della famiglia mafiosa di Trapani. Ed è per questo che in alcuni casi ha chiesto condanne pesantissime.

Nell’organigramma le indagini dei carabinieri piazzarono anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello che è stato rinviato a giudizio ma ha scelto il rito ordinario. Il processo giunto ora alla requisitoria si sta svolgendo con il rito abbreviato, che garantisce uno sconto di pena agli imputati.

L’accusa è rappresentata dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dai sostituti Luisa Bettiol, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo.  Dell’elenco degli imputati fanno parte Francesco e Pietro Virga, figli di Vincenzo, storico luogotenente di Matteo Messina Denaro, all’ergastolo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Una volta liberi si sarebbero ripresi il posto che gli spettava.

Estorsioni, traffico di droga e controllo degli appalti: così la mafia ha ammorbato non solo la città di Trapani. Il blitz dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani l’anno scorso colpì anche le famiglie di Marsala, Paceco e per la prima volta Favignana. La mafia era sbarcata sull’isola per gestire gli affari del turismo.

Queste le richieste di pena: Michele Alcamo (6 anni), Pietro Cusenza (8 anni), Antonino D’Aguanno (6 anni),Tommasa Di Genova (1 anno e 4 mesi), Vincenzo Ferrara (14 anni), Stelica Jacob (14 anni), Ivana Annamaria Inferrera (6 anni), Mario Letizia (14 anni), Michele Martines (16 ani), Francesco Orlando (20 anni), Francesco Peralta (14 anni), Giuseppe Piccione (14 anni), Francesco Salvatore Russo (14 anni),Carmelo Salerno (16 anni), Francesco Todaro (2 anni), Francesco e Pietro Virga (20 anni ciascuno).

“Dobbiamo raccogliere voti… Tu lo sai che se le cose vanno bene a me vanno bene a tutti. Mi pare che è stato sempre così qua”, diceva il boss Virga non sapendo di essere intercettato. Dall’inchiesta emerse che la mafia offriva voti e i politici ricambiavano pagando oppure sostenendo gli affari dei boss. Ruggirello, accusato di essere “a disposizione” di Cosa nostra non è l’unico politico coinvolto nell’inchiesta.

Di voto di scambio è stata accusata anche Ivana Inferrera dell’Udc, già assessore comunale a Trapani. Per loro le cosche trapanesi, legate a Matteo Messina Denaro, si sarebbero spese in almeno due occasioni elettorali: alle regionali del 2017 alle quali erano entrambi candidati ma in liste diverse e alle politiche del 2018 alle quali Ruggirello si era presentato per il Senato senza essere però eletto né in un caso né nell’altro.

Leggi pure: “La maldestra difesa dell’onorevole”

 


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