CAIRO – Condannato a morte il reverendo americano Terry Jones dai giudici dell’alta corte per la sicurezza centrale egiziana. Il film, l’innocenza dei mussulmani, è stata il motivo scatenante della sentenza, senza dimenticare che fu proprio il pastore americano il protagonista del rogo di alcune copie del Corano. Secondo la procura il pastore statunitense avrebbe incoraggiato i produttori del film incriminato sostenendoli, anche, economicamente.
Sempre gli stessi giudici hanno richiesto la condanna a morte per sei egiziani copti: accusati di aver prodotto il presunto film antislamico. Come previsto dalla legge egiziana i giudici hanno richiesto al gran mufti l’autorizzazione per la condanna a morte. Ma sembrerebbe che un altro egiziano copto immigrato negli Stati Uniti sia stato condannato a venticinque anni di carcere per il film che aveva scatenato violenze in tutti i paesi arabi.
L’accusa per i sette copti ed il reverendo Jones è: insulto alla religione islamica e minaccia all’unità nazionale egiziana. Sempre secondo l’accusa tutti e otto hanno commesso azioni minacciose nei confronti dell’Egitto. Per i sette egiziani accusati l’imputazione è quella di avere diffuso idee false e tendenziose sulla vicenda delle popolazioni cristiane stanziate nel paese.