Consigli per gli acquisti - Live Sicilia

Consigli per gli acquisti

Morti di migranti e pubblicità. Tutto si tiene insieme, ormai, nel nome dell'intrattenimento.

Era sembrata inizialmente la riedizione della storia già sentita anni fa del soldato giapponese che, ignaro della resa, continuava a combattere in una giungla tropicale la sua personale Seconda Guerra Mondiale contro lo Zio Sam. Ma questa volta lo Zio Sam aveva dovuto ritirarsi sconfitto e i suoi la guerra, quella del Vietnam, l’avevano vinta. Eppure lui, Ho Van Thanh combattente vietcong, aveva visto il suo villaggio e la sua casa bombardati e sua moglie e due dei suoi figli dilaniati. E così era fuggito per il terrore verso la foresta nel centro del Paese portando con sé il figlio superstite che allora aveva solo sei mesi. In questi ultimi 40 anni padre e figlio hanno vissuto in una capanna di legno costruita su un albero, cibandosi con i frutti della terra, costruendo abiti con lembi di corteccia e fabbricando utensili come fossero uomini primitivi.

Le prime notizie parlavano di una scoperta occasionale fatta da due persone in cerca di legna da ardere; oggi abbiamo appreso che alcuni parenti li avevano già localizzati circa 20 anni fa e che, davanti al loro rifiuto di tornare indietro, li avevano aiutati fornendo loro qualche suppellettile e qualche piantina: mais per mangiare e tabacco per fumare. Chissà cosa accadrà adesso che il vecchio padre s’è arreso e che il figlio, cresciuto come Mowgli e incapace di esprimersi compiutamente, sono stati recuperati alla civiltà. Chissà come il vecchio vietcong giudicherà il suo Paese riunito sotto la bandiera del Nord comunista ma ormai aperto al turismo e al lavoro su commissione e la dissoluta Saigon ribattezzata con il nome della sua guida Ho Chi Minh.

Sembra la trama dello splendido film “Good bye, Lenin” che racconta la storia di una tedesca dell’est comunista che si risveglia da un lungo coma dopo la caduta del Muro di Berlino e che l’amorevole figlio riesce a preservare dallo shock, che potrebbe esserle fatale, di vedere il suo Paese invaso dalle multinazionali e dai fast-food. Oppure, ancor di più, la versione vissuta di un reality-show tra i più popolari e tossici: “L’isola dei famosi”, dove i famosi sono personalità come il Mago Otelma o il marito di Carmen Russo, che ricordo costretto all’abbandono da una drammatica crisi emorroidaria.

A proposito di reality, ho appena sottoscritto sul sito www.change.org una petizione lanciata da uno studente universitario di Parma impegnato nell’assistenza agli immigrati contro la realizzazione da parte della RAI del programma “Mission”. Lo show, che sarà trasmesso prima di Natale, si propone di descrivere le condizioni di vita e le sofferenze dei rifugiati in zone “calde” dell’Africa, come il Sud Sudan. Nulla da dire sulla valenza informativa del progetto, ma che al ruolo di informatori vengano designati personaggi come Al Bano, Paola Barale o Emanuele Filiberto di Savoia, un povero ex-esiliato che per campare s’è ridotto a fare da testimonial ai liquidi per sigarette elettroniche, mi pare quanto meno singolare e conferma l’inarrestabile declino di un’azienda che tanto ha contribuito alla crescita del Paese.

A chi volesse capire cosa fosse la RAI di un tempo consiglio la visione del canale RAI Storia, testimonianza di una televisione in cui l’intrattenimento era separato, e di certo subalterno, rispetto all’informazione e alla divulgazione. Chissà quale sarebbe stato il giudizio di Enzo Biagi sul VIP che passa dallo studio del chirurgo estetico a un campo profughi africano per documentare a favore del grande pubblico una tragedia contemporanea di rilevanza planetaria. Una tragedia che ha spinto Papa Francesco a chiedere perdono a Dio con indosso i paramenti viola. Chissà cosa avrebbe detto della propria azienda Ilaria Alpi, giornalista massacrata insieme al suo operatore Hrovatin, per aver scoperto un traffico di rifiuti tossici in un’altra zona di guerra dell’Africa, la Somalia del 1994.

E’ vero che certe volte la realtà supera qualsiasi immaginazione, ma quando un “reality-show” ha per tema la rappresentazione degli istinti più ancestrali dell’uomo, come la lotta per la sopravvivenza e la ricerca di migliori condizioni di vita per sé e la propria famiglia, forse è il caso che l’uomo, se davvero è tale, si fermi un attimo a riflettere. Naturalmente, dopo i consigli per gli acquisti.


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