CATANIA – Una rivoluzione. Un cambio della guardia non solo nel governo cittadino, ma anche all’interno del locale “parlamento”. Quello che è accaduto la scorsa notte, la vittoria schiacciante di Salvo Pogliese che si è imposto in maniera più che netta sugli sfidanti superando il 50 per cento dei consensi, ha di fatto modificato la composizione del senato cittadino. In attesa di conoscere i risultati definitivi, che consacreranno i consiglieri eletti, è possibile già tracciare un primo bilancio tra chi vince e chi perde delle liste che hanno trascinato il voto dei candidati sindaco.
In casa centrodestra, si registra l’ottima performance non solo della lista direttamente collegata al candidato, Salvo Pogliese sindaco, che a pochi seggi da scrutinare, si attesta al 10,86 per cento. Il risultato migliore dell’intera coalizione. Ma anche la conferma che, se a livello nazionale il partito arranca, a Catania Forza Italia è ancora sulla cresta dell’onda. Oggi più di ieri. La formazione berlusconiana, di cui fa parte lo stesso neo primo cittadino, raggiunge infatti il 10,78% delle preferenze. Segue Grande Catania, di chiaro riferimento lombardiano, che conferma la forza numerica degli ex autonomisti, arrivando a superare l’8 per cento. Soglia di sbarramento superata poi per Fratelli d’Italia, formazione animata dall’ex consigliere comunale Manlio Messina e riferimento dell’assessore designato Ludovico Balsamo, per #DiventeràBellissima, che raggiunge il 5,86%, per l’altra lista civica riferita direttamente al candidato sindaco, In campo con Pogliese, che arriva al 5,47%.
Restano fuori invece i leghisti di Noi con Salvini – nonostante l’assessore designato – che non arrivano neanche al 2%, gli ex futuristi di Catania in azione, fermi a poco più del 4 % e i centristi dell’Udc che hanno raggiunto il 3,80%. Un risultato più che netto che sembra evidenziare come il voto catanese sia stato più per lo strappo. Nessuno di chi apparteneva alla vecchia maggioranza che sosteneva Enzo Bianco ha infatti riscosso i favori dell’elettorato che ha confinato i voltagabbana fuori dal Palazzo.
Dall’altro lato della barricata la fotografia consegnata dalle urne è altrettanto netta: supera lo sbarramento solo una delle due liste riferimento diretto di Enzo Bianco: Primavera per Catania, la più “mista” tra le due, resta infatti fuori, avendo raggiunto solo il 2,93%. Con Bianco per Catania arriva invece all’8,56%. Anche delle due liste riferimento del deputato regionale Luca Sammartino solo una, Catania 2.0, supera il 5%, attestandosi al 7,23%. Cambiamento reale si ferma al 4,33 % mentre i progressisti, riferimento dell’assessore uscente Orazio Licandro, non arriva al 2%.
Fuori dal senato cittadino anche le liste collegate ad Emiliano Abramo, È Catania si ferma al 3,18% e a Riccardo Pellegrino, la cui lista Un cuore per Catania si ferma all’1,60. Buona performance del Movimento 5 Stelle: la lista dei pentastellati raccoglie infatti il 13,68 % delle preferenze, attestandosi prima in assoluto.