“Sono umanamente contento per i proprietari, ma il problema ambientale rimane”. Mario Milone, assessore comunale all’Urbanistica, si pone così in un’immaginaria via di mezzo, riguardo lo stop a Pizzo Sella delle confische di quattordici ville. “È stato riconosciuto il diritto alla proprietà di chi ha acquistato in ‘buona fede’ il suo immobile”, conferma Milone a proposito della sentenza emessa pochi giorni fa dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo. Ma, prosegue l’assessore, “è altrettanto vero che naturalmente con questo atto non sono state annullate le questioni legate agli ambiti territoriali e urbanistici”. “Aspetto le motivazioni della sentenza – conclude Milone -, per adottare, se sarà il caso, iniziative che coniughino le giuste esigenze del privato con quelle dell’ambiente. Sta a vedere se nell’atto dei magistrati ci saranno chiari riferimenti al territorio”.
E proprio dalle motivazioni della sentenza, che ha fatto esclamare “giustizia è fatta” a chi è proprietario di una tra quelle ville che sovrastano il golfo di Mondello, dipenderanno le decisioni dell’avvocatura del Comune di Palermo. Se, ovvero, ci possano essere gli estremi per un eventuale ricorso giudiziario. “Ancora il dispositivo della sentenza non è stato notificato dalla cancelleria del tribunale”, fanno sapere dagli uffici legali del Comune. Appena però sarà possibile consultare le parole dei magsistrati, “ci si metterà al lavoro con la dovuta urgenza e attenzione – precisano dall’avvocatura comunale -, perché queste sono questioni giuridiche molto delicate”.
L’inizio della lunga e tortuosa vicenda della “collina del disonore”, come è stata apostrofata Pizzo Sella dopo la costruzione delle villette che ora sono abitate da circa settanta persone, ha inizio nel 1978. In quell’anno, infatti, vennero rilasciate più di trecento concessioni edilizie a Rosa Greco, sorella di Michele Greco, il boss mafioso conosciuto col soprannome di “papa”. Nel 2001 la Cassazione aveva confermato la sentenza di confisca, condannando per lottizzazione abusiva i costruttori. Nel 2008 venne notificato, da parte del Comune, lo sgombero ai residenti. Ora tutto è stato fermato, perché ai proprietari delle ville non possono essere riconosciuti i reati attribuiti a chi quelle case le costruì.
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