PALERMO – Da Roma ok alla spalmatura decennale del disavanzo. Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo proposto dalla Commissione paritetica fra lo Stato e la Regione. A essere spalmati, secondo quanto dichiara la presidenza della Regione saranno oltre 2 miliardi: il maggiore disavanzo emerso con il rendiconto 2018 e quello che la Corte dei conti ha chiesto di coprire entro l’anno. Dal prossimo anno così nel bilancio dovranno essere trovati 200 milioni di euro.
Gli obblighi per la Regione
Nel decreto legislativo, il ripianamento del disavanzo in dieci anni è subordinato, infatti, al rispetto di alcune condizioni che se non dovessero esser rispettate faranno decadere il beneficio e faranno restringere il piano di rientro a tre anni. Questo passaggio è stato fortemente voluta da Italia viva ma potrebbe costringere il governo regionale a manovre con tagli anche dolorosi.
Anzitutto, la Regione dovrà sottoscrivere con lo Stato un nuovo accordo sul piano di ripianamento. Palazzo d’Orleans si è impegnato a ridurre la spesa corrente già dalla legge di bilancio 2020.”La Regione – si legge nel testo dell’accordo – si impegna, altresì, a concordare con lo Stato appositi interventi di riforma per le finalità di cui al presente comma”. Il governo Musumeci si sarebbe, così, impegnato a varare delle riforme che consentano il raggiungimento del piano di rientro il contenimento della spesa.
Musumeci: “Evitati tagli pesanti”
Fra i primi a condividere la notizia è proprio il presidente della Regione Nello Musumeci. “L’intesa col governo Conte – ha dichiarato il governatore – ci consente di proseguire nell’azione di risanamento, avviata già due anni fa, e di contenimento della spesa, tanto che non abbiamo contratto alcun debito sin dal momento dell’insediamento. Anzi, abbiamo ridotto l’indebitamento di ben settecento milioni di euro, rispetto agli otto miliardi che abbiamo trovato. Eviteremo così di effettuare tagli pesanti, che graverebbero sulle fasce più deboli della popolazione”. Dal canto suo, l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha sottolineato che “entro novanta giorni sarà definito con lo Stato un accordo che contenga le prescrizioni richieste dal governo nazionale, ma soprattutto chiuda definitivamente le intese sull’autonomia finanziaria regionale”.
Italia Viva esulta
Proprio sul progetto di riforme si esprime Luca Sammartino, esponente siciliano di Italia viva, il partito di Matteo Renzi che in giornata si era opposto contro il provvedimento “salva Sicilia”. “Esprimo soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del provvedimento ‘Salva-Sicilia’ – ha detto Sammartino che poi ha aggiunto – . Adesso il presidente Musumeci ha 90 giorni di tempo per presentare un piano di riforme strutturali da approvare così come avevamo detto. Non ci sono più alibi e più scuse adesso. E’ giunto il momento di mettersi a lavoro”. Dello stesso tenore il commento di Davide Faraone: “Ora Musumeci faccia le riforme che servono alla Sicilia, siamo stanchi del suo immobilismo”.
Dalle file dello stesso partito il capogruppo all’Ars Nicola D’Agostino commenta: “Quello raggiunto è un buon punto di equilibrio. L’autorizzazione a spalmare il debito in cambio di un impegno serio a cambiare registro. Credo dobbiamo bloccare leggi di spesa ed assunzioni (ad eccezione della Sanità) fintanto che non ci dica il Governo Musumeci quali interventi adotterà per evitare che gli errori del passato si ripetano. Compresa la sacrosanta battaglia per rivendicare le entrate che lo Stato centrale ci nega”.
M5s, Pd e Leu: “Ora la Regione non ha scuse”
Il Movimento cinque stelle, con i deputati regionali Luigi Sunseri e Sergio Tancredi rivendica il risultato ottenuto dal governo Conte bis. “Non possiamo fare a meno, assieme a tutti i siciliani, di tirare un grosso sospiro di sollievo, ma ora la Regione non ha più scuse, deve iniziare quel cammino virtuoso che chiediamo da sempre e consenta di ridurre il disavanzo già dal prossimo anno. Siamo soddisfatti – affermano i pentastellati – del risultato raggiunto anche grazie al nostro contributo: La Regione ora sarà costretta a fare con serietà e col massimo impegno i compiti a casa previsti dalla norma, e cioè, predisporre una serie di riforme che riducano il disavanzo, ma deve muoversi in fretta”.
“Grazie al senso di responsabilità del governo nazionale – ha commentato il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo – la Regione Siciliana potrà ripianare in dieci anni il maggiore disavanzo relativo al rendiconto 2018, evitando pesanti tagli a carico dei settori produttivi, dei servizi ai cittadini e dei Comuni. Adesso il governo Musumeci definisca, come richiesto dal governo nazionale, un programma di riforme per rilanciare l’economia e l’occupazione”.
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, cita un grande nsiciliano del passato per spiegare la situazione: “Incredibile è l’Italia, e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia’, lo diceva Leonardo Sciascia e quanto avvenuto in queste ore sul ripiano del disavanzo della Regione in dieci anni ne è la riprova. La regione autonoma siciliana e tutti i siciliani – ha continuato il ministro Boccia – avevano il diritto di una risposta immediata da parte dello Stato che è arrivata in maniera tempestiva e puntuale con impegni reciproci chiari. Si fa così tra persone serie che rappresentano le istituzioni, indipendentemente dai colori politici di appartenenza. Quando si amministra la cosa pubblica è preferibile evitare le chiacchiere e le polemiche strumentali e concentrarsi sui fatti concreti. Dopo mesi di confronti che hanno riguardato anche il precedente governo è stata trovata una soluzione seria e rigorosa”.
“La dilazione decennale del disavanzo della Regione siciliana – commenta il deputato di LeU Erasmo Palazzolo – non è un favore al governatore Musumeci ma un atto di responsabilità nei confronti dei siciliani che avrebbero pagato il prezzo salatissimo dei disastri causati da classi dirigente inadeguate. Adesso tocca a Musumeci ed al governo regionale non sprecare un’occasione eccezionale. Magari – prosegue – smettendola con una guerriglia permanente nei confronti di un governo nazionale che ha avuto senso di responsabilità consentendo di scongiurare tagli pesantissimi che avrebbero colpito le fasce più deboli della popolazione”.
“L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto legislativo che spalma in 10 anni il disavanzo della Regione siciliana fa tirare a tutti un sospiro di sollievo: adesso chiediamo al governo nazionale e a quello regionale di mettere da parte le incomprensioni e le polemiche e di lavorare insieme per il bene dell’Isola”. Lo ha detto il commissario della Cisal Sicilia Nicola Scaglione, commentando l’approvazione del Decreto che allunga a un decennio l’arco temporale in cui ripianare il disavanzo della Sicilia pari a oltre due miliardi di euro. “Questo provvedimento evita l’ennesima manovra lacrime e sangue che avrebbe colpito i lavoratori e le fasce più deboli e chiede in cambio riforme – ha continuato – ma i problemi non sono certo risolti: serve un confronto serio tra le istituzioni e le parti sociali per immaginare un percorso che nei prossimi anni riporti la nostra Regione a crescere.
Intanto, con il via libera del governo giallorosso, adesso Palazzo dei Normanni è in grado di potere varare il rendiconto e l’assestamento di bilancio evitando il ricorso ai tagli da 260 milioni che erano già allo studio dell’esecutivo regionale. Già da giorno 27 la commissione Bilancio dell’Ars inizierà ad esaminare i documenti finanziari.