Corruzione, arrestato | l'ex primario Mario Re - Live Sicilia

Corruzione, arrestato | l’ex primario Mario Re

Civico, ai domiciliari pure Strano
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Mario Re

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La Squadra Mobile di Palermo e il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno notificato la misura cautelare degli arresti domiciliari all’ex direttore della prima Rianimazione del Civico di Palermo, Mario Re, e a Giustino Strano, responsabile del servizio di Medicina Iperbarica dello stesso ospedale. Entrambi, già indagati, erano stati sospesi dall’incarico. Il provvedimento, chiesto dal procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci e dai pm Sergio De Montis, Amelia Luise e Caterina Malagoli, è stato emesso dal gip Pasqua Seminara. Ai due medici sono contestati, in concorso con il manager palermitano della sanità Giuseppe Castorina, diversi episodi di corruzione. In particolare avrebbero ottenuto dall’imprenditore denaro, pagamenti di viaggi e cene. Re, inoltre, si sarebbe fatto pagare la campagna elettorale, organizzata in occasione della candidatura alle elezioni regionali del 2001 nella circoscrizione elettorale di Agrigento, abbonamenti allo stadio in tribuna vip e parte del prezzo di un’autovettura di lusso del valore di oltre 150mila euro. Strano avrebbe intascato, invece, circa 50.000 euro. In cambio, i due sanitari avrebbero attestato falsamente di avere ricevuto prodotti sanitari, in realtà mai ceduti dalla MED LINE S.r.L., la ditta di Giuseppe Castorina. La merce, però, mai arrivata al Civico, sarebbe stata regolarmente pagata dall’ospedale.

Il procedimento costituisce lo sviluppo di un’indagine cominciata nel 2008 che portò all’arresto del cardiochirurgo Carlo Marcelletti, nel frattempo morto suicida, e che svelò l’esistenza, all’interno dell’ospedale palermitano, di un ramificato sistema clientelare. I medici, nella primavera del 2009, vennero sospesi in esecuzione di una misura interdittiva del gip. A Re però il provvedimento cautelare venne aggravato nel divieto di dimora nella provincia di Palermo. Le indagini, infatti, rivelarono che il medico, nel periodo di interdizione, aveva di fatto continuato ad esercitare le sue funzioni al Civico.


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