PALERMO – Per il presidente della Regione e per l’assessore Scilabra è quasi un dettaglio. Un’aggiunta. Una semplice “integrazione”. E invece, questa sì, è una mezza rivoluzione. Il governo, dopo averlo seccamente smentito, ha scelto la via del “carrozzone”. Ha scelto di cambiare il nome al Ciapi. Si chiamerà Agenzia regionale per la formazione e il lavoro. È, questo, uno dei “salvaNelli” lanciato dal governatore, nella strategia complessiva che punta a proteggere il proprio giovane assessore dagli spari (anche) del fuoco amico.
Una integrazione. Una semplice aggiunta, ha detto Crocetta. Una modifica che non “contraddice il disegno di legge di Nelli Scilabra”. Già. Perché in realtà l’assessore ha finito per smentire se stesso. Era il tre ottobre scorso quando, in seguito a un articolo di Livesicilia che ventilava l’ipotesi della nascita di questa “Agenzia unica”, l’assessore alla Formazione, con una nota ufficiale, scriveva: “Il Governo smentisce l’intenzione di puntare ad una agenzia unica per il futuro della formazione professionale. Il Presidente della Regione Siciliana non ha mai parlato di tale ipotesi ma ha ribadito quanto già previsto dal ddl di riforma del settore approvato in Giunta dal nostro Governo. Secondo quanto scritto sul nostro ddl, infatti, si potranno costituire consorzi tra più enti di formazione o realizzare accordi di rete tra enti, aziende, scuole ed università”.
Nessuna Agenzia unica, quindi, nelle parole assai chiare e nette dell’assessore. Peccato che bastino dieci giorni (dieci giorni!) per compiere l’improvvisa inversione “a U”. E per preparare una frettolosa correzione al disegno di legge governativo. Nessuna Agenzia della Formazione? “Il Ciapi – si legge nell’emendamento firmato dallo stesso assessore Scilabra – è ridenominato Agenzia regionale per la formazione ed il lavoro”.
Non solo quindi l’Agenzia nasce davvero, portando con sé la trasformazione anche della natura stessa di un ente come il Ciapi, ma questa non ha nulla a che vedere con le “reti di enti” cui hanno fatto riferimento governatore e assessore per smentire ogni “passo indietro” rispetto al testo originario. Reti e consorzi che sono contenuti sì nel ddl della Scilabra. Ma che, nella sostanza, prevedevano la possibilità di creare dei “mini-bacini” di personale utili a consentire un immediato “ripescaggio” del lavoratore in esubero all’interno del consorzio stesso. Nulla a che vedere con l’Agenzia unica. Col “carrozzone” al quale vengono attributi un gran numero di funzioni. Una, in particolare: quella di decidere il destino dei settemila operatori del settore.
L’emendamento, come detto, punta alla trasformazione del Ciapi in questa mega-Agenzia. E dà mandato all’assessore alla Famiglia (il Ciapi è formalmente controllato da questo), di approvare con proprio decreto, entro 40 giorni dalla pubblicazione della legge, il nuovo statuto dell’ente.
A quel punto, l’ex Ciapi, avrà il compito di curare la “tenuta dell’albo e dell’elenco speciale ad esaurimento” della Formazione, nonché “le relative iscrizioni, sospensioni e cancellazioni”. Inoltre, l’Agenzia dovrà “gestire le procedure di aggiornamento dell’albo stesso”, di definire “al fine di favorire processi di mobilità orizzontale, le modalità di individuazione del personale iscritto all’albo e nell’elenco speciale, non impegnato in tutto o in parte in attività, e ne dispone, tenuto conto dei profili professionali e dei titoli richiesti, l’assegnazione alle istituzioni formative accreditate affidatarie di attività, nel rispetto dei criteri stabiliti dai Ccnl di categoria, sentite le organizzazioni sindacali dei lavoratori della formazione professionale”.
Ma non solo. Sarà la stessa agenzia a definire “le modalità di assegnazione del personale, la durata dei rapporti di lavoro e le forme contrattuali utilizzabili”, e i “criteri per la tenuta e l’aggiornamento dei curricula degli iscritti all’albo e all’elenco speciale”. Altro che reti. Altro che Consorzi. I lavoratori, di fatto, passano tutti nelle mani del nuovo ente-carrozzone. Un fatto del resto confermato anche dalla possibilità, conferita all’Agenzia, di “utilizzare il personale iscritto nell’elenco speciale ad esaurimento non impegnato in attività formative per l’attuazione di specifici programmi di intervento finanziati con risorse nazionali o comunitarie”. L’ex Ciapi, insomma, potrà decidere come e dove impiegare i lavoratori in esubero.
Infine, l’Agenzia si occuperà degli avvisi di selezione per l’iscrizione all’albo e di tutti i processi di prepensionamento ed esodo. Altro che reti, che consorzi. Altro che aggiunte, integrazioni. L’Agenzia unica è una rivoluzione nel mondo della Formazione. Una scelta scartata a priori dal governo nella redazione del ddl. E sdegnosamente respinta, meno di due settimane fa, dall’assessore. “Non è più concepibile – disse proprio quel giorno il presidente della commissione Lavoro e deputato di maggioranza Marcello Greco (Pdr) – sostenere due tesi diverse, è arrivato il momento di trovare una linea guida che possa garantire i lavoratori”. Un fatto ribadito anche oggi. “L’Agenzia non ha nulla a che vedere – dice Greco – col ddl originario della Scilabra. È un fatto assolutamente nuovo, che gran parte della commissione chiedeva da tempo. L’assessore – aggiunge Greco – forse ha capito che senza questa modifica la sua riforma in parlamento non sarebbe mai passata. Adesso si limiti a seguire le indicazioni dei deputati, non possiamo più giocare e lei finora ha creato troppi problemi e disastri”. E così, la “linea guida” è stata è stata trovata. È quella che porta a uno dei tanti “salvaNelli” lanciati in questi giorni per placare l’ira della stessa maggioranza. È quella che conduce a un “commissariamento soft” dell’assessore. È la linea del carrozzone. È, nonostante le smentite, la linea della marcia indietro.