CATANIA – Fiumi di fango e liquami direttamente in mare. Sembra proprio un annus horribilis, questo 2018 per il litorale ionico della provincia di Catania, bocciata sonoramente anche dagli ultimi rilievi di Goletta Verde per l’inquinamento dell’acqua in tantissime località balneari. Da Calatabiano fino alla playa, in pratica. Una situazione dovuta all’assenza o al mancato funzionamento dei sistemi di depurazione, ma anche alle abitudini dei cittadini che affollano le località costiere, altamente antropizzate, peggiorata con le recenti piogge.
Ad Aci Castello è stato un Ferragosto amaro, con l’occlusione di un tubo della condotta fognaria – dovuto principalmente alla presenza di rifiuti come pannolini o altro, gettati senza alcun criterio non certo negli appositi contenitori – che ha imposto per qualche giorno il divieto di balneazione. “Purtroppo è stato un evento non prevedibile, che si è verificato di venerdì – afferma il sindaco Filippo Drago – per cui le analisi sono state fatte soltanto lunedì e quindi martedì abbiamo eliminato il divieto di balneazione”. Il primo cittadino annuncia anche la volontà di realizzare una vasca che raccolga, nell’eventualità dovesse ricapitare quanto accaduto, per raccogliere i rifiuti ed evitare così altre occlusioni, e di aver contattato l’asp perché effettui analisi dell’acqua più frequenti”.
Diversa la situazione a Capomulini dove ieri è stato immortalato lo sbocco a mare del torrente Lavinaio, dal quale fuoriuscivano fango e acque nere. Una contingenza dovuta al forte temporale che avrebbe portato a mare i rifiuti ma anche materiale fognario. Motivo per cui il sindaco Alì effettuerà un sopralluogo lunedì prossimo per accertarsi delle condizioni del torrente e verificare quanto accaduto.