"Costretta al vaccino? Perderò l'Accademia e i 'miei' ragazzi" VIDEO

“Costretta al vaccino? Perderò l’Accademia e i ‘miei’ ragazzi” VIDEO

L'intervento della docente Liliana Nigro.

CATANIA. Covid si, Covid no, si vax e no vax. Giorno 15 si avvicina e con esso il decreto legge che mette di fronte a una scelta precisa tutti i lavoratori che hanno superato i 50 anni, il Greenpass rafforzato che si otterrà con la vaccinazione o con la guarigione. Sono già partite le prime comunicazioni e per qualcuno la situazione non è delle più facili.

Lei è Liliana Nigro docente all’Accademia di Belle Arti e personaggio molto noto in città per le sue iniziative legate alla moda e alla festa di Sant’Agata.
“Io mi ritrovo, dopo 21 anni, in una situazione, quella attuale, che mi costringe a lasciare l’Accademia e i “miei” ragazzi – dice Liliana – ho 53 anni e questo attuale governo mi reputa soggetto necessitato all’obbligo vaccinale.
Io non sono “novax” come chi non fuma non è “nofumo” o chi non mangia carne è “nocarne”, no!
Non mi piace e la cosa che mi fa incazzare è che la “scienza” deve convincere e non obbligare.
E se “obbligo” è, tu Stato perché e cosa esattamente mi fai firmare?”.

Si può essere più o meno d’accordo se non fosse che il prossimo 10 febbraio riaprono le discoteche e cade l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto.
“Il 10 febbraio riaprono le discoteche e io sono contenta – continua la Nigro – mi fa piacere sentendo tutti i telegiornali che, a spron battuto, continuano a ripetere dell’economia in ripresa, a me francamente pare “funnuta” (fusa) quindi o è un teatro delle “finte marionette” o siamo, da questa parte, colpiti da una sonnolenza mediatica non indifferente. Il problema non è più la vaccinazione e il “mi devo vaccinare”, ma la democrazia. Se devo scegliere “tu Stato” perché mi obblighi? Il prossimo 10 febbraio possiamo andare in discoteca, ballare, stare vicini, abbracciarci e io che, sono in Dad, non potrò fare più il mio lavoro e perdere lo stipendio”.

Le lettere di invito alla vaccinazione, ironia della sorte, sono arrivate nel giorno della memoria, il 27 gennaio scorso. Ma già da giorno 1 febbraio la “prof” Liliana Nigro sarà esclusa dallo stipendio 
“Noi siamo considerati artisti e quindi siamo i primi – continua, accennando un sorriso amaro, Nigro – già giorno 27 gennaio le prime parole di avvertimento da parte del Ministero (ndr)”.

Liliana Nigro ha una paura “fottuta” del vaccino, di questo vaccino, la coincidenza anagrafica, 53 anni, con l’età di suo padre e della sua scomparsa fa il resto. “Da giorno 1, scorso, dovrei già essere esclusa dallo ricezione dello stipendio, me ne accorgerò a fine mese. Da giorno 15 verrò, dovrei, essere esclusa dall’Accademia di Belle Arti e dall’amore più grande della mia vita, i “miei” ragazzi”.
La battaglia, anche legale, è solo all’inizio.

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