"Costruiamo l'alternativa |per governare a sinistra" - Live Sicilia

“Costruiamo l’alternativa |per governare a sinistra”

Il coordinatore della campagna elettorale di Sel in Sicilia Orientale commenta positivamente le liste siciliane e il progetto complessivo della sinistra di governo. Non risparmia critiche a Rivoluzione Civile e guarda con speranza all’esperienza di Vendola in Puglia.

Sergio Lima

CATANIA – Sergio Lima, classe 1978, membro della direzione regionale di Sel, fa il punto sulla sfida per le politiche lanciata da Vendola e compagni. A suo avviso serve “una sinistra di governo” che sappia mettere al centro il lavoro, la giustizia sociale e i diritti. Il modello da seguire? La Puglia di Vendola.

Un giudizio sulle liste siciliane di Sel.

“Siamo molto soddisfatti delle liste che abbiamo costruito e del metodo che abbiamo utilizzato: le primarie. Non abbiamo chiamato a scegliere ceto politico ma abbiamo dato la parola a militanti e simpatizzanti. Oltre ottomila persone hanno preso parte alle nostre consultazioni che hanno premiato molti giovani (tra questi il nostro segretario regionale che ha solo trent’anni) e tante donne (tutti in posizioni eleggibili). Poi ci sono Francesco Forgione e Laura Boldrini che rappresentano un valore aggiunto. Il primo, al di là dell’ importante esperienza parlamentare, è stato il più ferreo oppositore del governo Cuffaro; Laura Boldrini è una figura riconosciuta a livello internazionale, per tanti anni ha lavorato in Sicilia: è una donna capace che rappresenta un’idea di una sinistra che non si limita a fare pura testimonianza ma che da sinistra vuole governare questo Paese. Cosa che ci distingue dalla Lista Rivoluzione Civile. ”

Come giudica l’operazione della lista Ingroia?

“Io ho visto tante persone che avevano entusiasmo. Un’operazione civica in questo momento serve e può fare bene a questo Paese. Il punto è che la lista Ingroia non ha nulla di civico. Basta scorrere le liste per rendersi conto che stiamo parlando dei segretari di Rifondazione e Verdi, di ex deputati dei Comunisti Italiani. E come foglia di fico vengono utilizzati i movimenti che però sono molto più intelligenti di quello che certa cattiva politica pensa. Non a caso una persona del calibro di Luciano Gallino che aveva aderito a “Cambiare si può” ha preso le distanza da “Rivoluzioni civile” oltre a ribadire il suo sostegno a Sinistra Ecologia e Libertà. Lo stesso ha fatto Sabina Guzzanti. Penso che era un’ operazione che poteva avere un senso soprattutto dentro un quadro di governo di centrosinistra. Noi abbiamo conosciuto finora due sinistre: una dedita alle tattiche e ai giochi di potere, un’altra incapace di incidere realmente sui processi. Invece, la grande scommessa di Sel è quella di essere una sinistra di governo in grado di influenzare le scelte dell’esecutivo non attraverso rapporti di forza numerici ma tramite il dibattito.

Quali sono i temi centrali del vostro programma? Quali idee sul Mezzogiorno?

“ Noi crediamo che sia necessario riportare al centro del dibattito la giustizia sociale (non quella dei tribunali) e il lavoro. Senza lavoro non c’è libertà. Sel ha nel suo simbolo il suo programma. Sinistra, cioè lavoro e giustizia. Ecologia, che vuol dire anche riconversione dell’economia e posti di lavoro duraturi.

Libertà cioè diritti. Vogliamo che il nostro diventi un Paese per donne. Vogliamo che l’amore non sia sottoposto ai pregiudizi e che non sia merce di scambio tra politica e Vaticano. La parola “con Vendola” che si trova nel simbolo, inoltre, non è un semplice richiamo a un leader nazionale: è un programma di governo, rappresenta quello che Vendola ha fatto alla guida della regione Puglia. Noi pensiamo che lo stesso possa essere fatto anche in Sicilia. Non c’è alcuna differenza antropologica con la Puglia. Lì una politica virtuosa sta riuscendo a rimettere in moto l’economia. Per quanto riguarda la Sicilia, dobbiamo cercare di ripensare questa terra, metterla al centro del Mediterraneo e dare una risposta a quelle che oggi sono grandi emergenze: il lavoro e i giovani. In Puglia Vendola è riuscito a permettere a tanti giovani di tornare nella loro terra e sono loro che oggi stanno guidando una riscossa forte dell’ economia della loro regione

Pensi che anche Rosario Crocetta stia guidando una riscossa della Sicilia? Ci sono punti di contatto con il caso pugliese o si tratta di un’altra esperienza?

“E’ un’altra esperienza. In primo luogo perché la composizione dei governo non è neutra. In più il giudizio su Crocetta non può che essere quello di guardare gli annunci fatti. Se questi annunci diventassero proposte concrete sicuramente ci sarebbe del buono. E’ tutto un divenire molto dipenderà dalle condizioni generali di questo Paese. Il rischio, finora, è che questi rimangano soltanto annunci. Vedremo, è ancora presto per dare un giudizio”.

L’alleanza con il Pd sarà proponibile anche a livello amministrativo? E qui a Catania?

“Su questo decideranno gli organismi della città di Catania. Ogni città ha una storia a sé. E’ chiaro che qualunque tipo di ragionamento non può basarsi solo sulla tattica. Bisogna concentrarsi sui programmi e sulle esigenza della città. Dopo anni di governo di amministrazioni che potremmo definire eufemisticamente scadenti Catania merita un’alternativa. Noi lavoreremo per costruire un’alternativa sulla base dei programmi”.

 


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