CATANIA – Ripensare le città e l’ambiente circostante. Aderendo alle direttive europee, e alla data del 2035 come tappa della riconversione industriale. Anche l’Ance, l’Associazione dei costruttori edili, si è posta in direzione di partenza, avviando una campagna dal titolo “Città in scena”, in chiave di rigenerazione urbana.
La tappa siciliana si è svolta ieri al castello Maniace di Siracusa, dove sono stati presentati sedici progetti a cura di ingegneri e architetti provenienti da tutta l’Isola. Tre riguardavano la provincia catanese. A cominciare da Antonio Presti.
Sul palco, presidente della fondazione omonima e creatore della celebre Fiumara d’Arte, ha illustrato gli intenti di Magma, ovvero il “Museo a cielo aperto Librino”, l’immenso quartiere alla periferia di Catania, foresta di palazzoni anonimi e privi di servizi e di futuro per i suoi ragazzi.
Un “progetto dell’anima”
“E’ un progetto dell’anima che parte dal basso – spiega l’artista e operatore sociale – una comunità abbracciata dalla bellezza, con mamme e bambini che partecipano al diritto alla cittadinanza, rigenerazione non fisica, si tratta di restituire il bello dove non c’è, abbiamo realizzato un chilometro e mezzo in terracotta, protagonisti bambini e donne di Librino. Rigenerazione urbana, dunque non fisica ma metafisica, generando bellezza”.
Altro progetto, a cura di Franco La Fico Guzzo della Soprintendenza di Catania, riguarda la rinaturalizzazione dell’area “Sistema delle Salinelle del monte Etna”, denominata Salinelle dei Cappuccini. Infine “Il giardino della lava”, tra Sant’Agata Li Battiati e Tremestieri Etneo, cioè il restauro del parco di Ettore Paternò del Toscano, in parte aperto alla fruizione pubblica, presentato dall’ingegner Augusto Ortoleva, dello studio Cantone Ortoleva.
Quando la città diventa scena
Il progettista ha citato una frase dello scrittore Raffaele La Capria: “Una città muore quando non viene ripensata continuamente”. Ciò nella consapevolezza “che la città – ha aggiunto Ortoleva – può essere modificata anche non realizzando nulla, ma creando nuovi rapporti, nuove tensioni tra quanto in essa già esiste. Così, restando apparentemente uguale, la città diventa scena di nuovi rapporti tra gli uomini, di nuove attività di scambio”.