Covid, la Cina è vicina: ma in Sicilia la Sanità è un pasticcio

Covid, la Cina è vicina: ma in Sicilia la Sanità è un pasticcio

Cosa cambia dopo la fine dell'emergenza
CORONAVIRUS E NON SOLO
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La Cina, travolta dall’ondata Covid, è vicina. Chi non è rimasto di sasso, leggendo l’ultimo dispaccio ministeriale?  “Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”. La Cina è vicina, perché il suo caos pandemico, nel ripristino della circolazione, può essere una variabile impazzita, secondo gli esperti, capace di scompaginare la tranquillità desiderata. Il Paese si prepari. E la Sicilia?

Il ‘giallo’ dell’hub della Fiera

In Sicilia, gli ultimi scampoli dell’emergenza Covid, burocraticamente intesa, si consumano con un ‘giallo’. Il 31 dicembre scadono le strutture commissariali. All’hub della Fiera di Palermo, tutto parlava il linguaggio della dimissione. Arredi da restituire, il pc del commissario Renato Costa assente dalla scrivania spoglia. Progetti su iniziative popolari da celebrare in quelli che furono i padiglioni di una pagina di resistenza. Poi, la nota dell’Asp: “Rimane, comunque, la possibilità di accedere a tutte le strutture dell’Asp di Palermo anche senza prenotazione o preventiva registrazione. E’, infatti, intendimento della Direzione generale dell’Azienda sanitaria del capoluogo mantenere in questa fase anche l’organizzazione dell’Hub Fiera, sia per la somministrazione dei vaccini, che dei tamponi in modalità Drive In”. Allora si doveva chiudere soltanto l’Ufficio del Commissario, ma non i luoghi?

I vaccini dell’Asp

Un secondo comunicato ha reciso ogni dubbio sulle attività che verranno svolte: “L’Asp di Palermo garantirà da domenica 1 gennaio la continuità dei servizi all’Hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo. Vaccinazioni anticovid e attività di back office saranno, temporaneamente, assicurate ogni giorno dalle ore 9 alle ore 19. Da martedì 3 gennaio le prestazioni saranno integrate dallo screening di massa per il Coronavirus con tampone rapido. ‘In un momento di transizione dalla struttura commissariale a quella aziendale – ha spiegato il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – si è ritenuto di procedere con gradualità all’attivazione della nuova rete metropolitana dei punti di vaccinazione e degli screening di massa, non interrompendo immediatamente le attività dell’Hub Fiera’”.

I dubbi di La Vardera

Ma quello che è sembrato a molti alla stregua di un contrordine non è passato inosservato. Lo ha notato, per esempio, l’onorevole Ismaele La Vardera che, parlando con il nostro giornale, ha dichiarato: “Se la Fiera va bene, come va bene, tanto da restare aperta, perché dobbiamo mandare a casa la struttura commissariale e il commissario Costa che hanno operato egregiamente? Non vorrei che ci fossero lotte politiche intestine, non possiamo permettercele: ne va della sicurezza di tutti”. Costa, dal canto suo, ha declinato l’invito: “Ringrazio l’onorevole La Vardera per l’apprezzamento, ma, come ho più volte detto, il mio unico interesse è il mantenimento del modello organizzativo, non certamente il mio ruolo di commissario che essendo straordinario è normale che debbia rientrare nell’ordinarietà. Preciso che ho già fatto pulire la mia stanza e che da giorno primo gennaio, anche se festivo, riprenderò la mia attività al Policlinico di Palermo”.

Il pasticcio della Sanità siciliana

In Sicilia, con o senza Covid, nonostante il massimo impegno del suo personale, la Sanità è un disastro. Una disabitata terra di nessuno che, tra il medico curante e gli ospedali, non offre assistenza sul territorio. Lo stesso assessore, Giovanna Volo, lo ha riconosciuto, definendola: “Bisognosa, anche lei, di assistenza”. Un contesto difficile con i pazienti a terra, negli ospedali. Non sarà semplice gestire la transizione dallo straordinario all’ordinario, in una terra che non ha mezze misure e non sa cosa sia la normalità. (Roberto Puglisi)


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