Covid e turismo in crisi, la 'ripartenza' in provincia di Trapani - Live Sicilia

Covid e turismo in crisi, la ‘ripartenza’ in provincia di Trapani

Il punto sul settore nell'era del Coronavirus. Parla Antonio Marino, presidente di Federalberghi Trapani

TRAPANI – La parola d’ordine è “ripartenza” ma ad essa si aggiunge una domanda, doverosamente: e cioè “Come?”. Il settore turistico, in provincia di Trapani, si interroga in lungo ed in largo su ciò che si prospetta per questo 2021. L’anno scorso, causa pandemia, si è chiuso con dati negativi su tutti i fronti e l’inizio del nuovo anno non fa presagire nulla di buono considerato che, a differenza degli altri anni quando già in questo periodo di gennaio iniziavano ad arrivare le prenotazioni per la primavera e la stagione estiva, la macchina del turismo sembra essersi addormentata. Una crisi che perdura, stando alle valutazioni del Presidente di Federalberghi per la provincia di Trapani, dottor Antonio Marino, e che preoccupa seriamente. “Negli ultimi anni – spiega a Live Sicilia – nel periodo che va dalle festività natalizie alla Settimana Santa, in provincia di Trapani c’erano tantissime strutture del settore ricettivo che lavorano con numeri soddisfacenti, anche dal punto di vista della clientela cosiddetta corporate legata alla convegnistica o al mondo degli affari e quindi tenevano botta. Adesso, invece, non si parla né di turisti, né di corporate né di business hotel quindi vediamo come si registra un segno meno in tutta la provincia”. In effetti, numeri alla mano, è saltata la parte convegnistica e tutta l’organizzazione legata al marketing e al business, è saltata tutta la programmazione fatta negli anni passati per abbracciare una fetta sempre più diversificata del turismo andando dal congressuale al benessere. “Ad oggi c’è il nulla – afferma Marino – e quando si parla di crisi legata del turismo alla pandemia a me viene solo da ridere perché dovremmo parlare del nulla, dello ZERO ASSOLUTO. Non prendetemi per uno drastico, sto solo dicendo come stanno le cose: abbiamo le strutture vuote e non si intravede all’orizzonte un miglioramento, abbiamo pochissime prenotazioni e il trend sembra propedeutico per un cambio di rotta”.

E cosa potrebbe salvare il salvabile, a questo punto?
“Speriamo nel vaccino che, forse, unito al bonus vacanze potrebbe darci un minimo di sollievo. Quanto al bonus vacanza è ancora possibile usufruirne per chi lo ha richiesto entro il 31 dicembre scorso per utilizzarlo fino al 30 giugno. Purtroppo è doveroso specificare che nemmeno con il bonus vacanze, per ora, si pensa alle vacanze. Tutti attendono il vaccino ed è per questo che abbiamo chiesto, come Federalberghi, di velocizzare le procedure di vaccinazione della popolazione. Non sappiamo cosa fare domani, se aprire o meno…. Ipotizziamo un’apertura per Pasqua ma rischiano di saltare di nuovo le manifestazioni per la Settimana Santa. E siamo più che preoccupati”.

La pandemia ha fatto cambiare il concetto di turismo? Siamo pronti per inventare un altro tipo di turismo nell’era post covid?
“Ci si sta lavorando, un turismo diverso da quello balneare che maggiormente insiste in questo territori. Noi albergatori siamo pronti ad accogliere un turista legato all’ambiente ed anche sanitario ma è chiaro che da soli non possiamo fare molto. Serve la collaborazione con le istituzioni e devo fare un plauso al Distretto turistico della Sicilia Occidentale che sta lavorando seriamente su politiche di destination marketing. L’obiettivo è di essere pronti per il post-covid preparandoci ad accogliere turisti non solo del settore balneare. Se davvero le istituzioni vogliono collaborare con noi, però, devono fare una cosa semplice: ascoltarci. Noi abbiamo chiesto un tavolo tecnico con tutti i Comuni. Ne è stato fatto solo uno nel Comune di Castelvetrano grazie al quale è stata istituita la Consulta del turismo attraverso la quale si condividono iniziative e si affrontano le varie problematiche. Quella della consulta sarebbe una svolta necessaria e mi dispiace che si stia perdendo sin troppo tempo. Ecco, i Comuni, la politica in genere, deve ascoltarci. Altrimenti il rischio che si corre è di perdere ancora più tempo e quindi perdere l’opportunità di farci trovare pronti appena si ritonerà alla cosiddetta normalità”.


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