Covid, la Sicilia gialla e il rischio dell'incoscienza - Live Sicilia

Covid, la Sicilia gialla e il rischio dell’incoscienza

Commenti

    Egregio Toscano, non si meravigli se l’Italia ha il primato europeo (con “ottima” posizione nella classifica mondiale) per morti rispetto alla popolazione e per il disastro economico che stiamo vivendo.
    Tutto questo non è colpa di chi ci governa, ma è la “conseguenza della democrazia”. Si, proprio così. Quella democrazia che, attraverso il libero voto degli italiani, ha consentito di mandare nei vari parlamenti nazionali e regionali o di far nominare al governo persone che sicuramente saranno brave, anzi bravissime, in molti altri settori: dalla docenza universitaria a modeste attività impiegatizie o a decorose posizioni da disoccupato. Li esamini uno per uno i nostri politici eletti ed i ministri nominati.
    Si accorgerà che, tranne rarissime eccezioni, il livello è diffusamente basso rispetto alle professionalità che il ruolo richiederebbe. Un tempo, almeno, avevamo politici che, pur talora “monelli”, possedevano attributi, esperienze maturate a partire da ruoli di amministratori locali, prima di arrivare in parlamento o sugli scanni più alti del governo. Spesso possedevano elevatissime conoscenze professionali nei settori che andavano ad amministrare. Pensi ai ministri della giustizia, a quelli dell’istruzione, a quelli della sanità o dei lavori pubblici che si sono succeduti dal dopoguerra. Tranne alcuni casi, erano persone con tanto di attributi. Oggi, incolpevoli e, spesso, improvvisati e pur onesti giovanotti si sono ritrovati, all’improvviso, onorevoli, senatori, ministri, sottosegretari senza aver in precedenza amministrato neppure un condominio di 10 appartamenti o aver fatto i consiglieri comunali di un comune di duemila abitanti.
    Non faccio nomi di nessuno, ne del passato ne del presente.
    Mi limito a sognare che una piccola riforma imponga che i candidati designati dai partiti ai governi di città, di province, di regioni e dello Stato, dopo essere stati individuati dai rispettivi partiti di appartenenza, possano sostenere un esame per titoli e per merito che li abiliti a tale candidatura. Saranno, poi, gli elettori a scegliere tra costoro (indicati dai partiti) a chi dare la propria fiducia. E, tra i selezionati, saranno “nominati” i componenti del governo.
    Altrimenti sarà molto più rigorosa la selezione dei ragionieri da assumere in banca o al mercato ortofrutticolo o la selezione delle commesse da assumere nei grandi magazzini rispetto alla nomina di ministri cui affidare le sorti dell’Italia.
    Nel frattempo, in assenza di un governo di gente capace di capire, di guardare avanti e, se vogliamo, semplicemente di copiare quel che è stato fatto bene da altre nazioni, in assenza di ciò, dicevo, le esuberanze giovanili delle comide, il sovraffollamento nelle scuole e le pur legittime preoccupazioni dei conti economici aziendali e di bottega ci travolgeranno e spediranno al Creatore tante altre decine di migliaia di persone, affossando ulteriormente la nostra economia.
    Il tutto aggravato dagli scoordinati balletti delle competenze tra Stato, Regioni e Comuni.

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