Crack, la legge e il centro in nome di Giulio: "Presto con i decreti"

Crack, la legge, il centro e la ‘rincorsa’: “Fate presto con i decreti”

La fiducia di Francesco Zavatteri, l'appello di don Enzo Volpe
la misura regionale
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PALERMO – Tutti lo conoscono come il ‘Padiglione 13’ di via La Loggia, in un anno 800 assuntori di crack sono passati da lì. Varcando quella soglia, chi è finito nella morsa della droga, che ha ucciso il giovane Giulio, ha una speranza.

Le battaglie del padre, Francesco, Zavatteri le proposte delle associazioni e quelle della Chiesa hanno consentito che l’Ars approvasse la prima legge anti-crack regionale, con stanziamenti per 23 milioni di euro in tre anni. Stanno sorgendo centri contro la droga a Messina e Palermo, ma dopo un anno si temono i ritardi della burocrazia.

Don Enzo Volpe lancia un appello alle istituzioni: “Fate presto con i decreti attuativi per consentire l’apertura di due drop-in a Palermo”.

Drop-in, la battaglia di Zavatteri

Li chiamano ‘Drop-in’, sono “centri a bassa soglia – spiega a LiveSicilia Francesco Zavatteri – per togliere dalla strada i ragazzi che si drogano, usufruire del servizio doccia, di un ambulatorio medico: servono per agganciare e salvare gli assuntori”. Sono i nuclei logistici previsti dalla legge regionale, una casa per chi ha smesso di cercarla. A Palermo dovrebbero nascerne due.

Il padre è in prima linea: “Alla Regione ci stanno lavorando, ma ci sono difficoltà, il concorso per 15 psichiatri è andato deserto”.

Zavatteri segue da vicino l’andamento dei lavori: “A Catania c’è già un centro operativo, a Messina ci stanno lavorando, ne sorgerà uno ad Agrigento, un altro a Ragusa”.

Ma il cuore del papà di Giulio è rivolto a Palermo: “Il bando – spiega ancora – del Comune è strutturato molto bene. Sono stato anche alle giornate della Salute. Vorremmo avere uno sportello di ascolto, come quello di Ballarò, per strutturare spazi nei quali fare incontrare chi è nella morsa del crack con gli amici e i genitori”.

Don Enzo Volpe, appello alle istituzioni

Don Enzo Volpe, prete ed educatore che da anni vive e lavora all’Albergheria, è stato tra i promotori della legge anti-crack, adesso incalza la Regione: “Più volte abbiamo sollecitato le istituzioni, I decreti attuativi non sono completi, ci sono soldi da spendere, soldi messi a disposizione nel 2024, ancora non assegnati”.

“Faccio un appello, condiviso anche da altri – insiste don Enzo – è quello di dare attuazione a una legge nata dal basso, da una proposta che è venuta da noi, da Sos Ballarò, dalla Casa di Giulio, promulgata da alcuni giovani con docenti di giurisprudenza. Una legge della società civile, è un peccato che non ci siano i decreti attuativi. Basta semplicemente attuare la legge, che si muovano”.

Leanza: “Siamo in fase avanzatissima”

Per realizzare le strategie regionali contro il crack, un anno fa è stato istituito il Comitato regionale di indirizzo sulle dipendenze. L’organismo è presieduto dal governatore siciliano, componenti sono gli assessori alla Famiglia, alla Salute e all’Istruzione, o loro delegati. Il comitato è istituito al dipartimento per le Attività sanitaria e osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato della Salute.

Francesco Leanza, dirigente del servizio 5, Promozione della Salute, ha il telefono sempre occupato. Il presidente della Regione Renato Schifani ha chiesto di relazionare sull’andamento delle spese relative alla legge anti-crack.

Sui decreti attuativi, Leanza non ha dubbi: “Siamo in fase avanzatissima di realizzazione, ci sarà a breve una riunione con il presidente, Palermo è in stato avanzato, non ci sono grandi problemi”.


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