"Cresce la cassa integrazione |imprese in ginocchio" - Live Sicilia

“Cresce la cassa integrazione |imprese in ginocchio”

Aumenta il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria e crescono in maniera esponenziale le aziende che scivolano dalla Cig ordinaria a quella in deroga perché non sono uscite dal tunnel della crisi.

angelo mattone, uil
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CATANIA. “Lavoratori e imprese restano in ginocchio a Catania. Si allungano i tempi della ripresa, cui malgrado tutto vogliamo e dobbiamo credere ancora. Sono, però, sconfortanti i dati contenuti nel Rapporto nazionale sulla Cassa integrazione guadagni appena diffuso dal Servizio politiche del Lavoro della Uil. Aumenta infatti il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria e crescono in maniera esponenziale, inquietante, le aziende che scivolano dalla Cig ordinaria a quella in deroga perché non sono uscite dal tunnel della crisi”. Lo afferma Angelo Mattone, segretario generale della Uil di Catania, che aggiunge: “Stando al Rapporto Cig, schizza drammaticamente la Cassa in deroga nel nostro territorio. Più 390,3 per cento nel confronto tra febbraio 2014 e lo stesso mese dello scorso anno. Più del triplo rispetto alle cifre regionali, attestate sul più 115,1 per cento. In aumento pure il dato nel periodo gennaio-febbraio 2014 con un più 11,2 che segnala una preoccupante tendenza al peggioramento di un eloquente barometro della recessione. Insomma, Catania si conferma luogo-simbolo dell’emergenza lavoro in Italia e da questa provincia vogliamo ribadire con forza la richiesta della Uil nazionale perché il governo Renzi assicuri adeguato finanziamento alla Cassa in deroga nel 2014, per almeno un miliardo. E perchè ripensi a un errore della legge di Stabilità con la riduzione della copertura salariale per i lavoratori in contratto di solidarietà che, ad esempio nel nostro territorio, ha rappresentato uno strumento fondamentale per gestire i processi di ristrutturazione”.

 

“Scendendo nel dettaglio – afferma ancora il leader della Uil etnea – anche le variazioni della Cassa integrazione per settore produttivo in Sicilia indicano come Catania sia particolarmente esposta alla bufera occupazionale. Infatti, nel periodo gennaio-febbraio 2014, sono lievitate le richieste di ore di Cig nell’industria (+ 140,2 per cento) e soprattutto nell’artigianato (+ 142,3) che ha sempre rappresentato un settore trainante della nostra economia. Sembra inarrestabile, poi, l’emorragia in edilizia (+ 12.8) che già lo scorso anno aveva conosciuto numeri da brivido inducendo le organizzazioni sindacali catanesi a scendere in strada per la Marcia dei Cappelli di Carta, cui aveva significativamente partecipato il segretario generale aggiunto della Uil italiana Carmelo Barbagallo”. Prosegue Angelo Mattone: “Non siamo disponibili a restare inerti dinanzi a un processo di desertificazione produttiva che, per noi, significa soprattutto la mortificazione e l’azzeramento di risorse umane e professionali, la negazione di presente e futuro per migliaia di famiglie catanesi. Abbiamo già avuto risposte significative dalle istituzioni locali, ma non basta. Crediamo, infatti, che i Comuni non abbiano ancora agito con la determinazione necessaria per stimolare la ripresa in edilizia con il completamento delle infrastrutture incompiute e il consolidamento di scuole e altri edifici pubblici”. “Alla Regione – conclude il segretario della Uil di Catania – riteniamo doveroso, invece, ribadire il nostro appello che è anche sfida di concretezza: i partiti, il governo, l’Assemblea siciliana si trastullino meno nel discutere di rimpasti e poltrone, rimborsi spese viaggio dei deputati e coperture di spese per esperti e assistenti, riservando così più energie e tempo all’approvazione della Finanziaria-bis e delle norme per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione isolana alle imprese. A Crocetta, inoltre, segnaliamo la colpevole inutilizzazione del Fondo sociale europeo, frutto avvelenato della malaburocrazia che è male estremo di un sistema in agonia e rischia di condannare la Sicilia al sottosviluppo. Sveglia! I lavoratori, i giovani, i cittadini non possono più aspettare”.


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