Acqua, duello Regione-Comune | "Dimezzate i prelievi dagli invasi" - Live Sicilia

Acqua, duello Regione-Comune | “Dimezzate i prelievi dagli invasi”

Il dipartimento regionale diffida Palazzo delle Aquile e l'Amap. Orlando: "E' insostenibile".

PALERMO – La Regione a sorpresa passa all’attacco e lancia al Comune di Palermo e all’Amap una sorta di ultimatum: “Riducete i prelievi dalle dighe artificiali cittadine almeno del 50 per cento”. In altre parole, la turnazione idrica nel capoluogo, secondo la Regione, dovrà partire necessariamente. Con una nota ufficiale il dipartimento regionale Acque e rifiuti ha messo spalle al muro il Comune e Amap, non lasciando molti margini di dialogo. Appena due giorni fa Maria Prestigiacomo, numero uno dell’azienda che gestisce la rete idrica cittadina, tranquillizzava cittadini e Consiglio comunale: “Nessuna turnazione in vista, grazie a piogge e nevicate”, aveva detto. Il maltempo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, ma la Regione ha adottato un’altra decisione. Oggi i tecnici del dipartimento Acque e rifiuti, che da quasi due mesi spingono invece per il razionamento visti i livelli d’acqua bassissimi nei quattro invasi che riforniscono la città, alzano la voce e partono all’attacco inviando una nota di diffida ufficiale.

“Riteniamo imprenscindibile operare una riduzione dei prelievi – scrivono i tecnici regionali – prolungare la fase di esaurimento delle scorte e garantire l’approvvigionamento in favore della popolazione per un periodo quanto più lungo possibile”, queste le motivazioni messe sul piatto dalla Regione: motivazioni che esperti e tecnici manifestavano da tempo, mentre l’amministrazione comunale restava in attesa della dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del governo. La pioggia è caduta, ma per la Regione non è abbastanza: “Grazie al maltempo si sono raccolti appena 5milioni di metri cubi d’acqua – dichiarava due giorni fa Mario Cassarà, del dipartimento Acque e rifiuti – in un anno la città di Palermo utilizza 100milioni di metri cubi, è chiaro quindi che queste piogge non sono sufficienti. La crisi c’è e non è affatto scongiurata”. E nella nota si avverte: “Con l’attuale regime di prelievi le disponibilità residue si esaurirebbero con il prossimo mese di marzo”. Insomma uno scenario che per la Regione sarebbe impensabile.

Intanto, il sindaco Leoluca Orlando ha risposto alla nota ufficiale, il primo cittadino non ci sta e rispedisce al mittente la proposta perentoria del dipartimento: “Ho rappresentato oggi al presidente Musumeci che il provvedimento emesso dai suoi uffici non è sostenibile per la città di Palermo – ha scritto in una nota – Continuiamo a pensare che qualsiasi provvedimento debba e possa essere adottato dal commissario straordinario, che avrà il quadro completo della situazione, degli interventi necessari e possibili ed anche delle risorse disponibili”. Nella risposta del sindaco non mancano l’invito alla calma, ma anche stoccate nemmeno troppo velate al governo regionale: “Mentre tornano le piogge e la neve, ci auguriamo che non tornino anche vecchie pratiche di insensibilità e disattenzione istituzionale che tanti danni hanno portato alle nostre comunità e che hanno responsabilità gravissime nella attuale situazione di crisi, almeno tanto gravi quanto la carenza di precipitazioni. Auspico che grazie alla ritrovata sinergia fra le istituzioni, grazie al commissariamento deciso dal governo ed alla collaborazione della struttura commissariale, degli enti gestori e degli enti locali si possano finalmente avviare interventi organici e risolutivi della situazione”.

In attesa della pubblicazione in Gazzetta delle disposizioni della Protezione civile dopo la dichiarazione di stato d’emergenza da parte del Consiglio dei ministri, prende il via oggi con questa nota un vero e proprio braccio di ferro fra governo regionale e comunale, una partita che si gioca sulla pelle dei palermitani. Messe da parte le buone maniere, adesso la palla passa a Musumeci, presidente della Regione e commissario per le emergenze nominato da Roma, che dovrà trovare la quadra non solo per superare l’emergenza dei rifiuti e idrica ma soprattutto per evitare una crisi istituzionale.


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