Crocetta: "Bonafede, doppio incarico inopportuno | Il deficit è frutto di anni di gestioni" - Live Sicilia

Crocetta: “Bonafede, doppio incarico inopportuno | Il deficit è frutto di anni di gestioni”

Conferenza stampa del presidente della Regione. Il governatore torna ad esprimersi sul doppio incarico dell'assessore alla Famiglia e al lavoro, che è anche sovrintendente alla fondazione Orchestra sinfonica siciliana. La difesa del ddl di riforma delle Province: "Non è incostituzionale". Leggi la diretta e il riepilogo della conferenza stampa.

PALERMO – “Il doppio incarico dell’assessore Bonafede è certamente inopportuno. Sono certo che rifletterà su questa cosa, e che presto prenderà una decisione”. Il presidente Rosario Crocetta non usa giri di parole. La doppia carica di componente di giunta e di sovrintendente della Fondazione orchestra sinfonica, ricoperta da Ester Bonafede “è certamente un’anomalia. Si tratta – spiega Crocetta – di due incarichi pubblici”. E la bordata di Crocetta arriva dopo le punzecchiature dell’assessore al Turismo Franco Battiato, che aveva parlato di “sprechi, consulenti inutili e stagnazione amministrativa” alla Foss. “Nessuna polemica – minimizza Crocetta – anzi, questa è la dimostrazione che in Giunta c’è grande democrazia, e che ognuno può esprimere il proprio parere liberamente. Ben vengano queste discussione”.

Già, sono altre le polemiche che invece risultano un po’ più indigeste al presidente. E il tema “caldo” stavolta è quello del Muos. Un incontro tra Crocetta e il governo Monti, infatti, è stato interpretato, anche dai deputati del Movimento cinque stelle, come una possibile “marcia indietro” sul procedimento di revoca. Ma il governatore replica energicamente: “Non capisco chi si lamenta. Abbiamo avuto ieri un incontro da pari a pari col primo ministro Monti e i ministri della Difesa, dell’Interno e della Salute – spiega -. Sono state accolte le richieste della Regione Siciliana di affidare a un istituto esterno la verifica della pericolosità del radar. Se ne occuperà l’Organizzazione mondiale della sanità, senza alcun onere per la Regione”. Secondo il governatore “alcuni studi hanno dimostrato già che i cittadini di quella zona hanno nell’organismo tracce di sostanze che potrebbero causare neoplasie. Non si farà l’impianto se lo studio sull’impatto sulla salute non sarà positivo – aggiunge -. Qualcuno protesterà? Protesti pure. Noi dobbiamo muoverci all’interno delle leggi. Questo governo è andato oltre le aspettative, persino quelle previste dalla mozione dell’Ars. Adesso non c’è più un governo nazionale ostile alla Regione. Anzi, adesso ci sosterrà nel contenzioso con la Marina Usa”. E, tra chi protesta, come detto, ecco i “grillini”, che hanno affidato i propri dubbi, ieri, alle parole del presidente della Commissione Ambiente Gianpiero Trizzino: “Trizzino si lamenta? È facile protestare. Io invece devo governare, e si governa solo attraverso le leggi, non certo tramite i proclami sul web. Se gli istituti più importanti a livello nazionale, come l’Istituto mondiale della Sanità, mi dicono che non è pericoloso, noi che possiamo fare? Se poi loro non sono d’accordo per altri motivi, di natura politica o militare, ne parlino col ministro competente. Loro si basano su studi privati che dimostrano che il Muos è pericoloso? Anche Zichichi, che è mio assessore, oltre a essere un grande scienziato, pensa che non faccia male. Io sono contro il Muos, ma se qualcuno vuole farne solo una battaglia ideologica, commette un grave errore”.

Altro nodo da sciogliere quello delle Province, il cui ddl di riforma potrebbe approdare oggi in Aula, ma ha già scatenato le critiche dell’opposizione: “Il Pdl pensa – risponde Crocetta – che la riforma del governo è incostituzionale? Allora è incostituzionale lo Statuto, che prevede la creazione di Consorzi di Comuni”. Ma adesso il rischio è quello di non riuscire ad approvare la riforma entro fine marzo. In quel caso si andrebbe al voto a maggio, senza modificare nulla: “Abbiamo molto semplificato il ddl, – rassicura però il governatore – e la nostra legge valorizza le città importanti che al momento non sono capoluoghi di provincia, oltre a salvare le città di Palermo, Messina e Catania che verranno trasformate in aree metropolitane, ricevendo così fondi statali. Gli attuali capoluoghi di ogni di provincia resteranno comuni capofila, ma altri potranno farne richiesta. Chi critica, oggi, vuole solo conservare alcuni privilegi della ‘casta’. Con la riforma delle province risparmieremo cinquanta milioni di euro”.

E a proposito di soldi, ecco il tema del bilancio. Ieri Crocetta ha parlato di un “buco” da un miliardo. Ma oggi ha assicurato: “Rientreremo da quel debito senza compiere alcun massacro sociale. Non ci sarà nessuna stangata, ma ‘spalmeremo’ il debito in un periodo lungo, di dieci anni. Certamente – aggiunge Crocetta – quel buco è il frutto di diverse cattive gestioni, non certo dell’ultimo governo. Ma manderò le carte alla Corte dei Conti. Decideranno in quella sede se ci sono colpe o responsabilità di qualche amministratore del passato. Probabilmente, qualcuno negli anni scorsi ha preso impegni di spesa senza che ci fosse la copertura”.

Una battuta Crocetta la riserva anche alla “salute” della maggioranza e sui rapporti tra i partiti che la compongono, in qualche modo chiariti dopo la direzione regionale di ieri del Partito democratico: “Il centrodestra – dice Crocetta – sperava in una rottura tra Megafono, Pd e Udc, e invece non è accaduto. Spero di avere presto un incontro anche con l’Udc anche in vista delle amministrative. Il fatto che l’Udc sia disponibile anche per le primarie, – prosegue – è un segnale molto importante”.

Infine, il governatore prova ad abbassare i toni della polemica col sindaco di Palermo Leoluca Orlando, sulla vicenda Gesip “Io non voglio fare nessuna polemica con lui. Volevo solo dire – spiega Crocetta – che quelle società come la Gesip sono nate in un periodo in cui c’era anche lui. Adesso dobbiamo trovare soluzioni produttive, senza però buttare il bambino con l’acqua sporca. Dobbiamo tutelare comunque i lavoratori. È difficile che lo Stato arrivi a una deroga per la Cig alle società partecipate. Ci dirà : ‘Perché non li pagate per lavorare?’. Domani – conclude – ne parlerò col ministro Fornero”

 


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