PALERMO – “Io immagino i diritti come una sorta di rosa, dove se togli un petalo, levi qualcosa di importante che non permette loro di essere garantiti”. A parlare è il governatore, Rosario Crocetta, ed è proprio all’insegna dei diritti che si è aperto l’incontro avvenuto tra il presidente della Regione e il ministro dell’integrazione Cècile Kyenge, a Palazzo d’Orleans di Palermo. Grande accoglienza per “la ministra”, ricevuta da una giunta Crocetta quasi al completo. Ed è con grande soddisfazione che il governatore ha tessuto le lodi dell’Isola, affermando che la Sicilia costituisce un “bell’esempio di società multiculturale, termine che preferisco ai concetti di etnia e nazionalità”. Una terra in cui “non si conosce la parola straniero – ha detto Crocetta -, e dove ci piace piuttosto dire tunisino, marocchino, congolese, senza rimarcare la non appartenenza alla nostra comunità”.
A fargli eco la Kyenge, che ha salutato la Sicilia come “una bella terra, centro del Mediterraneo e luogo di meticciato”. Non senza aggiungere che “meticciato” è una parola di cui andare fieri e che costituisce “espressione del mio ministero, a cui vorrei togliere la g, per poter parlare di interazione”. Kyenge ha poi notato con grande piacere la forte presenza femminile all’interno della giunta regionale siciliana, che conta otto donne su 12. “Un passo importante. – ha sottolineato – non è un caso che io abbia scelto di farmi chiamare ‘ministra’”.
Non sono mancati riferimenti al concetto di “Ius Soli”. “Se una persona a 18 anni può acquisire il diritto di cittadinanza, non è giusto che non possa ottenerlo per motivi burocratici o per le mancanze dei genitori”. Crocetta ha poi donato al ministro un gioiello di epoca medievale fabbricato da importanti orafi siciliani e una croce in legno fabbricata con un pezzo di una barca di immigrati morti al largo di Lampedusa.