PALERMO – Giovanni Pistorio giudica positivamente il test elettorale per la sua Udc. Ma adesso chiede un cambio di passo a Rosario Crocetta, che non può comportarsi “da profeta solitario”. E che dovrebbe “invogliare” anche il Nuovo centrodestra a entrare in maggioranza.
Segretario, per lei 35mila voti alle Europee. Com’è andata secondo lei?
“Il risultato è pienamente soddisfacente. Il mio, insieme a quello importante ottenuto da Patrizia Valenti, ha determinato il migliore risultato si questa lista in Italia. Bisogna anche considerare il contesto. La mia era una candidatura non preparata. Ho fatto i conti con la fase di grande tensione nel partito che si è scaricata pienamente sulle elezioni europee. Non faccio polemiche perché ho intenti ricostruttivi, anzi io mi sono candidato proprio per quello. Era doveroso che il segretario del partito si impegnasse in campagna elettorale facendosi carico di quella situazione. È stato un atto che ritengo di grande onesta intellettuale e politica”.
Quando dice che le tensioni interne al partito si sono scaricate pienamente sulle elezioni, intende dire che parte del gruppo parlamentare – quella diciamo dei “dissidenti” – non ha sostenuto i candidati Udc?
“Una parte di quella parte, diciamo. Ci sono stati dissensi o disimpegni evidenti. Di cui ho perso atto e che rispetto per il loro significato politico”.
Insomma, sembra di capire che malgrado tutto lei punti a una distensione nel partito.
“Io ho un rapporto eccellente con D’Alia, con Casini, con Cesa. Sono un uomo di partito. È per questo che ho scelto di candidarmi. E per altre due ragioni”.
Quali?
“Intanto perché credo in un progetto ambizioso, mettere insieme i moderati che hanno la cultura della responsabilità. Noi non potevamo mancare. Era una grande occasione poterlo spiegare ai cittadini, peraltro in una campagna elettorale difficile. La terza ragione è che avevo una grande voglia, che non ho realizzato, di andare a fare una battaglia politica la Sicilia in Europa. Da democratico cristiano e da siciliano”.
Alle amministrative, un paio di soddisfazioni l’Udc le ha avute…
“L’Udc ha confermato di avere un radicamento sul territorio serio. Avremo gruppi consiliari a Bagheria e Termini Imerese. E poi abbiamo ottenuto vittorie eclatanti. Prima di tutto quella di Acireale, frutto di un grande lavoro di Barbagallo e D’Agostino, dove una proposta civica ha sconfitto centrosinistra e centrodestra. È un grande orgoglio che entrambi siano persone molto vicine a me. E poi c’è Caltanissetta, che è stata una operazione politica più tradizionale, con un grande successo. Il dato delle amministrative è pienamente soddisfacente”.
Le elezioni hanno ridisegnato i rapporti di forza nella maggioranza?
“Ogni elezione lo fa. Questa maggioranza è talmente instabile che basta poco per modificare i rapporti. Ma questa maggioranza manca di coesione, non c’è un senso di appartenenza comune, c’è solo un rapporto col presidente, e basta”.
Il suo ex compagno di viaggio Lino Leanza ha ottenuto un bel risultato con la sua candidata Giuffrida…
“Complimenti a Leanza, che ha fatto un bel lavoro ed è entrato nel Pd. È stata una scelta intelligente quella di Michela Giuffrida, di cui io sono amico personale. Ma il Pd aveva il vento in poppa, c’era lo spazio per un grande consenso”.
Per voi era diverso?
“Certo, il nostro è stato un voto di resistenza umana. E politica. Ogni nostro voto è stato una fatica. L’astensionismo ha colpito tantissimo l’area moderata. Diciamo che abbiamo preso un 36 alla vecchia maturità. Che ci consente però di andare avanti”.
Senta, avete fatto una lista con il Nuovo centrodestra. Ora parlate di dar vita a un nuovo soggetto politico con Ncd. Ma è possibile che in Sicilia voi stiate al governo e loro all’opposizione?
“Sì, è un ottima domanda. È evidente che il processo tra i due partiti si è avviato. Ma in queste elezioni faceva riferimento al Partito Popolare europeo. Ora il progetto continua. Io immagino un rassemblement con tutti i moderati che oggi sostengono il governo Renzi. I flussi elettorali sono molto instabili e veloci, noi possiamo andare avanti e sviluppate il progetto. Ma certo, se Forza Italia deriva verso il modello lepenista, inseguendo la Lega, renderà impossibile la costruzione di un partito popolare in Italia. Io considererei, vista la difficoltà e la scarsa coesione della maggioranza in Sicilia, un fatto molto positivo che gli amici di Ncd partecipassero con noi all’esperienza di governo. Questo renderebbe la compagine di governo regionale omogenea a quella nazionale. Capisco che le difficoltà del governo regionale non incoraggiano gli amici di Ncd. È compito del governo e nostro creare le condizioni per rendere appetibile per un partito partecipare a questa esperienza, che fin qui ha attratto solo singoli parlamentari”.
Il governo Crocetta vive un momento di difficoltà?
“Non c’è dubbio, è così. Io non sento Crocetta da un paio di mesi, perché sono stato concentrato su partito e campagna elettorale. Di Crocetta apprezzo alcune iniziative e il suo ottimismo, la sua volontà di gettare il cuore oltre l’ostacolo pensando che un annuncio sia una soluzione, ma mi rendo conto che fa fatica e ci sono difficoltà gravi. Il rilievo che gli muovo è non avere costruito una vera maggioranza, una vera coalizione. Ama l’idea profetica dell’uomo solo. Io vorrei invece che fosse più il capitano di una squadra”.
Intanto però il tempo passa, non c’è il rischio per voi che le difficoltà del governo a lungo andare vi penalizzeranno?
“È una valutazione che stiamo facendo. Noi abbiamo un dovere, abbiamo assunto la responsabilità di governo e vogliamo un esito positivo. Se così sarà, i siciliani ci premieranno. Altrimenti saremo puniti. Abbiamo quindi la necessità che il governo funzioni. Se ci rendessimo conto che non è possibile ne prenderemmo atto. Ma speriamo in un cambio di passo, ed è importante in questo senso quello che farà il Partito democratico”.
A proposito del Pd. Alle regionali vi siete alleati con loro e avete vinto. Alle precedenti amministrative in alcune realtà avete ripetuto quest’alleanza e in alcuni casi come a Marsala avete vinto. Adesso nella stessa formazione vincete a Caltanissetta. Alleati col centrodestra, invece, fate più fatica. Insomma, le chiedo, questa virata verso il centrodestra vi conviene?
“È noto che io non sono il più grande sponsor di un accordo organico col centrodestra. Non ho questa vocazione naturale, ma non chiudo a questa possibilità. Ma sia chiaro, col Pd non sono state tutte rose e fiori. Alle scorse amministrative il Pd non fu molto attento nei nostri confronti. E neanche alla Regione è andato tutto bene. Le loro vicende interne non ci hanno reso la vita semplice. Diciamo che tra l’originalità di Crocetta e le dinamiche del Pd abbiamo fatto fatica. Però è vero che l’alleanza tra la sinistra riformista e gli autentici moderati è vincente perché offre ai cittadini una prospettiva di governo affidabile. Io dico che bisogna valorizzare al meglio la forza dei moderati. Dopodiché vediamo la possibilità di questi rapporti. L’ambizione nostra come democratici cristiani di essere il perno di una grande partito alternativo alla sinistra c’è. Ma dobbiamo fare i conti con le contingenze. Come Grillo e la presenza ancor oggi ingombrante di Berlusconi”.
Qual è la situazione all’interno dell’Udc siciliana oggi? I contrasti interni al gruppo parlamentare che erano emersi col rimpasto a che punto sono?
“Quando c’è il silenzio, è la fase più produttiva. È il segno che c’è un lavoro di relazioni e dialogo, nel quale io mi sto impegnando. Ieri abbiamo avuto una riunione di gruppo molto positiva. C’è l’impegno a lavorare insieme per portare avanti questa esperienza moderata, decisiva per il governo regionale. Tutti sono convinti che l’Udc sia una grande risorsa grande. Diciamo che il ghiaccio si sta sciogliendo. Certo, le cose che sono accadute hanno il loro peso, ma la logica che spero prevarrà è positiva e di ricostruzione”.