Crocetta: "Non sarò | il candidato dei potenti" - Live Sicilia

Crocetta: “Non sarò | il candidato dei potenti”

Rosario Crocetta scende in campo per Palazzo d'Orleans. Spiega le ragioni della sua candidatura. E dice: "Stravinceremmo".

L'intervista
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3 min di lettura

“Un attimo solo che ne accetto un altro”. Rosario Crocetta ride. Dice che adesso sono cinquemila o seimila. Non si contano più i sostenitori dell’europarlamentare che su Facebook gli chiedono di candidarsi alla presidenza della Regione. “Un attimo, che ne accetto un altro ancora”. Un nuovo amico, un nuovo sostenitore, nel bel mezzo di un’intervista nella quale Crocetta conferma: “Mi candiderò. Ma non sarò il candidato dei potenti”.

Chi sono i potenti?
“Mi riferisco all’idea che le scelte, anche le candidature, debbano essere prese da quattro-cinque persone”.

Già, il solito dilemma. Il vertice, la base…
“E appunto, noi dobbiamo capovolgere questo concetto, questa specie di piramide del potere. La base deve andare in alto, il vertice in basso”.

Lo ha detto ai dirigenti del Pd?
“Loro lo sanno. Ma io sono sempre un uomo del partito”.

Ma che partito è il Pd, oggi. Che immagine ne ha lei, dal suo “osservatorio” europeo?
“Il Pd è un partito spaccato, è inutile negarlo. E le spaccature vanno ricomposte. Bisogna ritrovare l’unità e la serenità. Deve, insomma, mettere un po’ di pace dentro se stesso”.

E lei crede di contribuire a questa pacificazione, lanciando, in pratica, la sua autocandidatura?
“La mia non è un’autocandidatura. È un movimento, spontaneo e di gente ‘vera’ che mette la propria faccia e il proprio nome a chiedermi di lanciarmi in questa scommessa”.

Eppure il partito sembra al momento guardare altrove. Si pensa che la candidatura di Gianpiero D’Alia possa cementare l’alleanza con l’Udc.
“Perché, qualcuno ha già detto che il candidato è lui? Chi l’ha proposto? Se questa voce è reale, è giusto che i promotori di questa idea ci mettano la faccia. Non può passare l’immagine di un partito che decide nella calendestinità”.

E se la voce fosse vera? Se il Pd, insomma, appoggiasse la candidatura di D’Alia, o di chiunque altro al suo posto? Lei che farebbe?
“Io dico solo che non potrei non tenere conto delle migliaia di persone che mi stanno chiedendo di provarci. Il movimento chiede la creazione di una ‘lista Crocetta’, nella quale riconoscersi. Se poi il partito vorrà fare altre scelte, vedremo…”.

Sarebbe un errore, secondo lei?
“Un errore gravissimo. Non si può pensare di battere i moderati facendo i moderati”.

In quel caso dove pensa di trovare sostegno per la sua candidatura?
“Intanto, diciamo subito che io penso di poter avere il sostegno della gente. Poi, col partito si discuterà, e secondo me sarà anche possibile trovare una soluzione. Anche perché, tra la gente che sostiene la mia candidatura ci sono esponenti politici del Pd che oggi fanno i sindaci, i capigruppo nei consigli comunali, persino il deputato regionale Digiacomo”.

E poi? Non si diventa presidente col sostegno di una frangia del partito…
“Il Pd deve apririrsi alle altre forze del centrosinistra. Cercare un dialogo con tutti. Anche con i ‘grillini’. Non capisco perché si continui a bollare la loro attività come ‘antipolitica’. Invece credo che sollevino questioni che vengono dalla gente. E meritano di essere ascoltate”.

Si è parlato anche di un flirt possibile con Grande Sud di Micciché.
“Le alleanze dovranno avere una logica, una loro coerenza. Non avallerò certamente alleanze intollerabili per la base. E comunque è un tema che non mi interessa più di tanto”.

In che senso?
“Nel senso che credo che la gente, anche alla Regionali, sceglierà le persone per la loro storia personale, per quello che hanno da dire. Non più per il partito di appartenenza. Non dobbiamo farci ingabbiare, insomma, dalla logica del politichese”.

Un po’ come è successo a Palermo con Orlando.
“Esatto. Il Pd prima si è diviso sulle primarie, alla fine è stato battuto da Orlando, per la forza della sua personalità, della sua storia”.

Insomma, Crocetta come Orlando…
“Credo che stravinceremmo le elezioni. Quando faccio i comizi, e scendo dal palco ricevo attestati di stima da tutte le categorie. Dai giovani agli anziani, dagli operai agli imprenditori. Io non sono il candidato dei potenti, sono il candidato della gente”.

Quindi è già candidato. Il Pd invece ancora deve persino decidere le alleanze…
“Già, loro dicono di non essere pronti. Ma io sono pronto. Anzi, prontissimo”.


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