PALERMO – “Ho restituito i soldi”, ha detto l’ex governatore Rosario Crocetta. Il Bulgari? “Era tradizione che alla madrina venisse donato un orologio”, si è difesa Simona Vicari, ex sottosegretario al ministero di Trasporti.
Nei verbali degli interrogatori vengono ricostruiti due delicati passaggi dell’inchiesta sul giro di corruzione orchestrato, secondo l’accusa, dall’armatore trapanese Ettore Morace. Nei giorni scorsi anche loro hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesco Gualtieri. Rischiano il processo.
Il 6 giugno 2017 scorso Crocetta si presenta al Palazzo di giustizia di Palermo. Secondo i pm, quando era governatore avrebbe fatto pressioni sui burocrati regionali affinché venissero incrementati i servizi della compagnia Ustica Lines, poi divenuta Liberty Lines. In cambio avrebbe ricevuto 10 mila euro. In particolare le pressioni sarebbero avvenute nel corso di una riunione, il 28 marzo 2016, alla Presidenza della Regione. O meglio, racconta Crocetta, era stata convocata una riunione “formale” per discutere della “indagine della Commissione dell’Unione europea sul presunto aiuto di Stato da parte della Regione all’Ast”. Subito dopo, però, ci fu un fuoriprogramma. Crocetta notò “nella sala d’aspetto della presidenza l’armatore Ettore Morace e il sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto”.
Da qui l’incontro “del tutto informale” ed “estemporaneo” a cui parteciparono il dirigente Fulvio Bellomo, Dorotea Piazza (la denuncia di quest’ultima ha scoperchiato il caso, ndr), l’assessore Giovanni Pistorio, Massimo Finocchiaro”. Morace e Pagoto, aggiunge Crocetta, “lamentavano che il servizio di collegamento con le Egadi sarebbe finito il prossimo 3 settembre malgrado i flussi turistici in forte aumento. Escludo radicalmente che in quella occasione io abbia promosso, perorato o incoraggiato ulteriori finanziamenti per il prolungamento del servizio. Mi limitai soltanto ad esprimere l’esigenza di un servizio adeguato ai flussi turistici”. Ricorda di avere spiegato che “a mio avviso era necessaria una rimodulazione del servizio prevedendo già a settembre il recupero delle corse non effettuate per motivi vari”.
Crocetta esclude proprie responsabilità, semmai sono altri a dovere dare delle spiegazioni perché, dice, “la mia opinione avrebbe dovuto sollecitare l’assessorato e per esso Pistorio, Bellomo e Piazza a richiedere formalmente il recupero delle corse, cosa che invece non è mai stata fatta se non una sola volta a seguito di una mia telefonata a Bellomo in relazione al prolungamento del servizio Eolie per settembre 2016. Conseguentemente la mancata richiesta e il mancato recupero delle corse hanno arrecato un danno alle casse regionali e alla stressa qualità del servizio”.
E i soldi di Morace? Crocetta respinge l’accusa di “avere pattuito finanziamenti di natura elettorale, in particolare la somma di 5 mila euro, con i Morace”. E precisa che “non si tratta di contributi elettorali anche perché la mia candidatura non era stata ufficializzata. Le cose sono ben diverse, con Mariella Lo Bello e Giuseppe Lumia abbiamo costituito un’associazione ‘Riparte Sicilia’. Massimo Finocchiaro (fedelissimo di Crocetta e allora presidente dell’Ast, ndr) è uno dei simpatizzanti ed è anche un amico”.
In realtà i soldi sono di più, non 5 ma 10 mila euro. Gli leggono il contenuto di alcune intercettazioni del marzo 2017 e Crocetta spiega: “Confermo che il Movimento ha ricevuto contributi in denaro dal Morace e prendo atto che ammonterebbero a 10 mila euro. A seguito dell’invito a comparire ho richiesto al tesoriere del Movimento Mariella Lo Bello di verificare se avesse effettivamente ricevuto contributi da Morace. Lo Bello ha appurato, dopo avere consultato il fiscalista, che vi erano stati contributi erogati dal Morace i quali sono stati restituiti”.
Dunque, Crocetta sostiene di avere saputo dei soldi da Lo Bello. Eppure sul punto Finocchiaro, interrogato lo stesso giorno di Crocetta, sembra smentirlo. Aveva organizzato un evento di “Riparte Sicilia” a Messina e pochi giorni dopo “mi sono arrivati due bonifici, uno da Franza e l’altro dal Morace. Ho saputo dei bonifici tra il 20 e il 22 marzo. Credo di averglielo comunicato di persona al presidente”. Ricorda pure la reazione di Crocetta: “Una volta appreso di tali bonifici non fece particolari commenti e mi sembra di ricordare che disse qualcosa come ‘Ah, bene’ e ricordo di avere anche comunicato a Crocetta l’importo dei bonifico”.
Per il resto Finocchiaro conferma che “è capitato che Morace mi abbia sollecitato incontri con il presidente onde rappresentargli le sue istanze”, ma quello di marzo fu incontro del tutto casuale. Le microspie, però, lo hanno intercettato mentre diceva a Morace: “Ti stanno aspettando in portineria”. Non può essere, replica Finocchiaro: “Avrò sentito un membro dello staff della presidenza dire che era stato autorizzato, non ho potere di influire sulla portineria della presidenza”.
Lo stesso giorni in cui interrogano Crocetta, in Procura viene convocata anche Simona Vicari. L’ex sottosegretario al Ministero dei Trasporti, dimissionaria dopo avere saputo di essere indagata nell’inchiesta su Ustica Lines, avrebbe spinto affinché venisse approvato un emendamento in Parlamento favorevole alla compagnia di navigazione che prevedeva l’abbattimento dell’Iva sui biglietti dei collegamenti per le isole minori. Vicari dirà che è impensabile credere che avesse il potere di condizionare l’intero Parlamento.
Si presenta al Palazzo di giustizia con un orologio Rolex, regalatole a Natale da Morace e costato poco più di quattromila euro. Per i pm sarebbe il prezzo della corruzione per ricompensare i favori del sottosegretario. “Lo avevo considerato un regalo di Natale a cui non ho dato peso – dice Vicari – ma certo, alla luce di quanto è accaduto, non lo accetterei più”.
Il 16 luglio scorso, nel 2018, i pm hanno la necessità di riconvocarla. L’amministratore giudiziario di Ustica Lines, infatti, ha trovato nella contabilità una fattura di 7 mila e 800 euro per l’acquisto in un orologio Bulgari. Vicari fa delle dichiarazioni spontanee al pm per spiegare che “tra i mesi di marzo e maggio 23016 vi era la necessità di presenziare al varo dell’aliscafo più grande del mondo realizzato da Liberty Lines. Inizialmente era previsto che partecipasse il ministro Del Rio ma poi chiesero a me di partecipare in quanto siciliana. Mi dissero che avrei dovuto fungere da madrina. In quel contesto qualcuno mi disse che era tradizione che alla madrina venisse regalato un orologio o comunque un gioiello. E in effetti qualcuno mi consegnò un pacco che aprì a casa. All’interno vi era per l’appunto questo orologio modello serpente che a me sembra di acciaio. Non l’ho mai indossato se non in una singola occasione”.
Era un Bulgari con una scritta incisa nella cassa: G.M., è il nome dell’aliscafo, dalle iniziali di Gianni Morace, un tempo amministratore delegato. Anche il Bulgari ora è nella cassaforte della Procura. Vicari lo ha consegnato ai pm che altrimenti avrebbero dovuto perquisire casa sua per trovarlo e sequestrarlo.