PALERMO – Il crollo alla Vucciria, i contratti di servizio delle partecipate, le nuove infrastrutture, la crisi regionale, le primarie del Pd e i possibili rimpasti. Intervista a tutto campo al sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Signor sindaco, partiamo dalla Vucciria: di chi é la responsabilità del crollo?
“Si tratta di un caso nel quale le attività di messa in sicurezza degli immobili hanno subìto dei ritardi legati anche alla resistenza dei proprietari privati. Era previsto che questo immobile fosse utilizzato per l’edilizia residenziale, ma questo tipo di destinazione ha trovato l’opposizione della proprietà in sede legale. Si pone allora un tema di carattere generale, che abbiamo affrontato in giunta all’indomani del crollo: bisogna far partire un’operazione a tappeto di ordinanze di messa in sicurezza degli immobili pericolanti, attraverso la previsione dell’esecuzione delle opere in danno dei proprietari. Si è affermata in questi anni, da parte dei proprietari privati nel centro storico, la convinzione di poter lasciare che gli immobili si rovinassero, non valutando i rischi che questo può comportare. Abbiamo deciso di porre un freno a questa cattiva abitudine intimando di mettere in sicurezza gli immobili, altrimenti provvediamo con le ordinanze a farlo noi a carico loro”.
Ma il Comune non ha alcuna responsabilità? Eppure questo era un edificio fatiscente da anni e in parte di proprietà pubblica…
“Ho chiesto al Segretario generale una relazione su quanto accaduto per accertare eventuali responsabilità”.
Negli anni Novanta la sua amministrazione mise in campo misure forti per il recupero del centro storico. Possibile che dopo 15 anni si parli ancora di crolli?
“Ciò dipende dal fatto che dopo gli anni Novanta, nei quali c’è stato un grande dinamismo e un grande impegno anche dei privati che hanno utilizzato le risorse previste dalla speciale legge regionale ottenuta grazie all’impegno dell’Europa, è venuto meno questo interesse anche da parte dei privati. Nel centro storico abbiamo numerosi esempi di privati che hanno chiesto e ottenuto il finanziamento, senza però realizzare le opere. Insomma, il finanziamento è stato bloccato perché le opere non sono mai partite e per questo non sono stati erogati i soldi. Le ragioni possono essere molte, una di queste è la crisi economica che fa trovare in difficoltà la proprietà privata che era intenzionata a restaurare gli immobili di pregio; inoltre c’è la crisi nazionale del mercato immobiliare che a Palermo si avverte con forza. La prospettiva di restaurare e ristrutturare subisce il doppio svantaggio delle difficoltà dei privati e della diminuita remunerazione”.
Il muro di piazza Garrafello fa molto discutere: quando sarà tolto? I commercianti sono preoccupati…
“La scelta è stata forte e doverosa perché il sabato e la domenica quello rischia di essere un luogo esposto a stragi. Non è bello, verrà rimosso al più presto ma si doveva dare un segnale forte di pericolo in quella zona. L’assessore Agata Bazzi ha detto che sarà rimosso nel’arco di pochi giorni, appena sarà possibile svolgere in sicurezza i lavori di messa in sicurezza. Ai commercianti dico che il muro durerà poco, ma è preferibile la chiusura per qualche giorno piuttosto che una strage”.
Avete i fondi a disposizione per mettere in sicurezza il centro storico?
“Con l’assessore Bazzi abbiamo convenuto di utilizzare in via prioritaria le risorse della legge regionale per la messa in sicurezza. Dodici milioni per mettere in sicurezza gli edifici non sono secondari”
Perché avete soppresso il settore Città storica? In molti lo ritengono un errore, visto quanto accaduto…
“Noi non abbiamo soppresso nulla. Forse qualcuno non si è accorto che abbiamo messo mano al nuovo Prg di Palermo che verrà realizzato con una speciale attenzione al centro storico. Abbiamo previsto che l’ufficio di piano del centro storico sia una struttura autonoma all’interno dell’ufficio del Piano regolatore generale. E’ la conferma dell’attenzione per il settore e del rispetto della norma regionale, e un modo perché la pianificazione possa avere collegamenti con il resto della città. Non abbiamo soppresso nulla. L’assessorato Lavori pubblici e Manutenzione si occuperà con una propria struttura del centro storico. Insomma, ora anziché una ci sono due strutture: una per la pianificazione nell’ufficio Prg, l’altra tra i Lavori pubblici”.
Dipendenti e tecnici però si lamentano…
“Questa macchina amministrativa deve capire che non può vivere sostanzialmente ripetendo comportamenti del passato, come se il mondo non fosse cambiato. Se il piano di riorganizzazione ha scontentato qualcuno che era abituato a galleggiare, non mi spiace affatto. Ci vuole un nuovo dinamismo”.
Utilizzerete per il centro storico la formula dell’autorecupero, che consiste nella possibilità per i cittadini di ristrutturare da sé un immobile per abitarci?
“L’autorecupero è realizzabile nel centro storico, ma c’è un problema: nelle regioni in cui c’è, si fa in virtù di apposite leggi regionali. In Emilia-Romagna c’è una pratica molto avanzata, ma che è prevista in una normativa regionale senza la quale occorre trovare, cosa che stiamo valutando, le forme per garantire lo svolgimento dei lavori in sicurezza. L’attività è lavorativa, chi provvede e come alla copertura previdenziale e assicurativa del soggetto? Ricordo inoltre che il tema costituisce uno dei dieci punti del nostro promemoria fatto avere al prefetto di Palermo sulle modalità per affrontare l’emergenza abitativa, aspettiamo ancora la convocazione del tavolo tecnico”.
Andiamo all’anello ferroviario. Tra 60 giorni partono i cantieri, i palermitani quando potranno vedere completata l’opera?
“Sappiamo che con la delibera approvata in giunta abbiamo recuperato anni di ritardi superando in questi mesi una serie di problemi, come la possibile obiezione dell’aiuto di Stato: questo ci ha fatto perdere tempo, dovendo sciogliere il nodo con una posizione chiara dell’Europa che ha sancito che non si tratta di aiuti di Stato. I tempi di attesa sono quelli di realizzazione dell’opera, ovvero tre anni. Nel 2017 sarà pronta”.
Parliamo di gazebo. Il nuovo regolamento é in alto mare e i commercianti chiedono il suo intervento…
“Io ho fatto una riunione con la conferenza dei capigruppo sull’argomento e ho invitato il consiglio comunale a superare posizioni parziali che non servono a raggiungere una posizione chiara, e ho avuto assicurazioni da parte di tutte le forze politiche che in settimana si perverrà a un testo unico di regolamentazione della materia. I commercianti hanno diritto ad avere una posizione chiara e definitiva, la peggiore o la migliore: la definitiva diventerà la migliore, perché consente di programmare gli investimenti. Una chiara e brutta posizione è meglio di una posizione buona ma incerta”.
Possiamo considerare come ormai raggiunto l’accordo con l’Autorità portuale di Palermo per i porticcioli turistici?
“L’intesa tra Comune e Autorità portuale deve essere ratificata, approvata e registrata in un tavolo con la Regione. La nostra posizione è chiara: vogliamo si superi la separazione tra la competenza dei porti e quella delle borgate, attribuendo a noi la competenza pianificatoria degli otto porti e delle otto borgate. Separandoli, come in questi anni è avvenuto, i porti diventano moli o attracchi e le borgate smettono di essere marinare. Abbiamo prospettato al commissario dell’Autorità la possibilità che i porti cosiddetti minori vengano declassificati, ed ecco perché serve la Regione, facendoli passare da regionali a cittadini e assegnandoli così alle nostre competenze. Parliamo di tutti i porti fuori dall’area portuale, nella quale invece è compresa la Cala. Consentiremo così alla città di avere competenze su porto e borgata di Sfarracavallo, Mondello, Addaura, Vergine Maria, Arenella, Acquasanta, Sant’Erasmo, Bandita e sul Foro Italico. La cosa incredibile è che se noi dobbiamo svolgere delle manifestazioni sul prato dobbiamo chiedere il permesso, salvo poi essere insultati per non curare il prato. Abbiamo trovato grande disponibilità del commissario, aspettiamo il tavolo alla Regione per poter registrare l’intesa”.
A che punto sono i contratti di servizio di Rap e Amat?
“Entro dieci giorni arriveranno in consiglio comunale”.
Passiamo all’aeroporto: c’è veramente il rischio che la Gesap perda la concessione? Ne ha parlato con Crocetta?
“Io ho rappresentato al presidente Crocetta, sia a mezzo stampa che incontrandolo direttamente, l’opportunità che anche la Provincia partecipi al processo di ricapitalizzazione cominciando a versare la somma dovuta in base all’impegno assunto un anno e mezzo fa, condizione questa posta dall’Enac. E parliamo di condizioni poste dal soggetto che è il concessionario per 40 anni della gestione: laddove l’Enac dovesse riscontrare che non sono state rispettare le condizioni, potrebbe procedere alla revoca della concessione, il che vorrebbe dire la fine del significato economico della Gesap. Abbiamo avuto rassicurazioni dalla Provincia, attendiamo i prossimi 20 giorni. Nel frattempo il Comune e la Camera di Commercio hanno provveduto nei tempi previsti a versare le proprie somme”.
Il Mov139 ha partecipato alle primarie nazionali del Pd, farà lo stesso con quelle regionali? E in questo caso, sostenendo chi?
“Avremo nei prossimi giorni degli incontri, mi sembra legittimo pensare che replicheremo a livello regionale quanto fatto a livello nazionale. Inviteremo a partecipare senza dare indicazioni di candidatura”.
Alle Europee cosa farete?
“Ricordo che il Mov139 non nasce per essere un partitino o una lista da presentare per ottenere i rimborsi, noi abbiamo un progetto ambizioso: contribuire a costruire un campo largo che metta insieme le varie anime del centrosinistra. Abbiamo un’ambizione in campo nazionale, ho incontrato recentemente alcuni esponenti del Mov139 di Milano e abbiamo convenuto di partecipare, per chi vuole, alle primarie perché riteniamo che valga in campo nazionale, e regionale, l’idea che si tratta primarie aperte anche ai non iscritti che hanno il sapore più di primarie di coalizione che di partito”.
E’ possibile qualche cambio nella sua giunta, così come sperano alcuni partiti?
“Una cosa è certa: chi mi conosce, sa che se farò cambi sarà per ragioni di efficienza e funzionalità e non per aprire ai partiti. Non concorderò ingressi in giunta con altri partiti, tutto mi vedrete dare meno questo, del resto io ero il portavoce nazionale di Idv e di quelli scelti nessuno era scritto a Idv, pur avendo il partito un gruppo di 30 consiglieri su 50 totali. L’elezione diretta del sindaco impone che il primo cittadino tenga conto di diverse sensibilità, ma se qualcuno pensa che in tarda età io possa fare quello che non ho fatto quando ero più giovane, non ha capito niente”.
Allora si può ipotizzare qualche cambio di giunta in nome dell’efficienza?
“Abbiamo contribuito al miglioramento dell’efficienza con la profonda rivoluzione della macchina comunale, e questo è un primo passo, staremo a vedere se sarà sufficiente”.
Lei ora è presidente dell’Anci Sicilia. Come giudica quanto sta avvenendo alla Regione?
“Mi son permesso di far presente, nella mia lettera inviata all’Ars, al presidente del consiglio dei ministri e al governatore regionale, che è ora di finirla di considerare i comuni come centri di spesa invece che come erogatori di servizi essenziali per i cittadini. In questo momento è uno sport ozioso, diventato per giunta sterile, chiedersi chi è responsabile dell’attuale condizione di precarietà politico-istituzionale e di crisi finanziaria della Regione. Ci si può divertire dicendo che la colpa è di Crocetta o del Pd o dell’Udc o di Forza Italia, ma è un gioco sterile. Il dato certo è che il sistema siciliano è imploso, per questo faccio un appello forte, a nome dei comuni siciliani, a una presa di responsabilità, a trovare una via d’uscita senza la quale non resta altro strumento che il commissariamento previsto dallo Statuto. Il commissario dello Stato lo ha evitato, perché dopo aver impugnato 33 articoli del bilancio bastava fare un altro mezzo passo per dire che non era approvabile. Si è fermato sull’orlo di quello che sarebbe stato il precipizio, mi auguro che la posizione del commissario non venga sprecata fornendo al commissario altri motivi per altre impugnative”.